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Fidanza (Fdi) e Jonghi Lavarini indagati per finanziamento illecito dopo la video inchiesta

Le ipotesi di reato sono, al momento, finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio. Ma si approfondisce anche l'apologia di fascismo per le frasi su Hitler e gli ebrei

L'esponente della destra milanese Roberto Jonghi Lavarini e l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza sono indagati dalla procura di Milano per finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio. La notizia è stata diffusa nel tardo pomeriggio di venerdì 5 ottobre. La scorsa settimana la procura aveva aperto un fascicolo (affidato ai pm Piero Basilone e Giovanni Polizzi) in seguito ad un esposto di Europa Verde sull'inchiesta giornalistica di Fanpage nella quale, a un giornalista 'infiltrato' che si era finto consulente d'impresa, Jonghi Lavarini e Fidanza prefiguravano la possibilità di finanziare 'in nero' la campagna elettorale di Chiara Valcepina e Francesco Rocca alle comunali di Milano del 3 e 4 ottobre (entrambi sono stati eletti). 

Nel video, mandato in onda anche da Piazzapulita, si sente Jonghi Lavarini suggerire un sistema di 'lavatrici', ovvero di società compiacenti a cui versare il denaro affinché poi loro lo versino al conto corrente della campagna elettorale come finanziamento in regola, mentre Fidanza suggerisce al finto consulente d'impresa di fare tutto con Jonghi Lavarini perché lui deve restare "pulito" ("in un anno e mezzo mi gioco la carriera politica").

Intanto, su ordine della procura, la guardia di finanza ha acquisito il girato integrale, che sarebbe di circa cento ore, da cui è stato poi montato il video diffuso dai media, e perquisito l'appartamento milanese di Jonghi Lavarini. In serata, Carlo Fidanza (che si è autosospeso dai ruoli in Fratelli d'Italia, tra cui quello di capodelegazione del partito al Parlamento europeo) ha diffuso una nota in cui dichiara di avere "appreso poco fa dagli organi di stampa di essere stato iscritto sul registro degli indagati" e aggiunge di non avere "ricevuto al momento alcuna comunicazione ufficiale". E poi continua: "Sono sereno e ovviamente a disposizione della procura per chiarire quanto prima ogni aspetto di questa vicenda".

L'apologia di fascismo

In precedenza, Chiara Valcepina si era difesa attraverso un comunicato: "Ribadisco in modo fermo e fiero che la mia campagna elettorale non è stata in alcun modo finanziata da fondi irregolari - aveva detto -. Ci tengo a precisare che ogni spesa è tracciata e legittima, essendo avvenuta come da disposizioni di legge". La procura, con il pm Piero Basilone, sta approfondendo anche un'altra parte del video: quella in cui vengono fatti riferimenti e battute sul fascismo e il nazismo ("Heil Hitler", "ha la svastica tatuata, bravo", "serve un amico ebreo" e riferimenti al discorso di Hitler alla birreria di Monaco nel 1923), nonché saluti romani e "boia chi molla". Valpecina, che veniva definita "vera camerata" da Jonghi Lavaraini, aveva sul punto replicato che si era trattato di "frasi e gesti che non rappresentano minimamente i miei valori". E' però possibile che venga aggiunta per Jonghi Lavarini e Fidanza anche l'ipotesi di apologia di fascismo.

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