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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Finanziamento illecito: indagato Marco Bonometti, presidente Confindustria Lombardia

Avrebbe erogato circa 30 mila euro a Lara Comi, candidata alle elezioni europee per Forza Italia

Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, entra nell'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Milano che ha portato a 43 misure cautelari tra cui, tra l'altro, gli arresti per i due politici di Forza Italia Fabio Altitonante e Pietro Tatarella.

L'imprenditore (che è presidente di Officine Meccaniche Rezzatesi) è stato sentito martedì dagli inquirenti come persona informata sui fatti; dopo l'interrogatorio è stato ufficialmente indagato. Risponde di finanziamento illecito per una somma di circa 30 mila euro versata a Lara Comi, candidata alle elezioni europee per Forza Italia.

Secondo quanto si apprende, la cifra sarebbe stata versata in cambio di un testo scritto di poche pagine, risultate però copiate da un sito web. Un meccanismo che, peraltro, sarebbe stato utilizzato anche da un altro imprenditore. 

L'inchiesta: coinvolto anche Attilio Fontana

L'inchiesta della Dda ha riguardato diversi filoni d'indagine. Le due figure centrali emerse dalle ricognizioni sono quelle dell'imprenditore del Sud-Milano Daniele D'Alfonso e del plenipotenziario di fatto di Forza Italia in provincia di Varese Nino Caianiello. Quest'ultimo governava di fatto il partito nel Varesotto e cercava di "pilotare" le nomine pubbliche. In particolare, avrebbe tentato di corrompere il neo presidente della Lombardia Attilio Fontana, che poi è stato indagato (per abuso d'ufficio) per un altro episodio ed è stato già sentito dai magistrati. La vicenda che coinvolge Fontana riguarda un posto in Regione per Luca Marsico, suo socio di studio.

L'azienda che assume 'ndranghetisti

Quanto a D'Alfonso, si tratta di un imprenditore "a caccia" di appalti per lavori pubblici. Da una parte, secondo l'accusa, avrebbe messo a libro paga (a 5 mila euro al mese più vari benefit) il consigliere comunale di Forza Italia Pietro Tatarella (che nel frattempo, dal carcere, si è dimesso dal ruolo, ma resta candidato alle elezioni europee del 26 maggio), il quale avrebbe ricevuto anche finanziamento elettorale illecito, accusa mossa anche al collega di partito Fabio Altitonante. E dall'altro, D'Alfonso avrebbe di fatto consentito ad una famiglia della 'ndrangheta (i Molluso) di entrare in azienda con sempre maggiori poteri decisionali.

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