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Fondi russi alla Lega, le indagini su Savoini proseguiranno per altri sei mesi

I pm di Milano ottengono un'altra proroga. Si indaga per corruzione internazionale

Potranno proseguire per altri sei mesi le indagini della procura di Milano sui presunti fondi russi alla Lega in vista delle elezioni europee del 2019. La proroga è stata decisa dal gip di Milano Alessandra Clemente che ha accolto, in tal senso, la richiesta presentata per la terza volta nelle scorse settimane dai pm Sergio Spadaro, Gaetano Ruta e Donata Costa.

L'inchiesta viene condotta dalla guardia di finanza: riguarda una negoziazione che si è svolta nella hall dell'Hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018 tra alcuni italiani, tra cui l'ex collaboratore di Matteo Salvini Gianluca Savoini, che è anche presidente dell'associazione Lombardia-Russia, e degli intermediari russi. L'accordo aveva come oggetto la compravendita di gasolio russo per un miliardo e mezzo di dollari, con l'obiettivo presunto di girare il quattro per cento, pari a 65 milioni, alla Lega. Tuttavia, da quello che è emerso dalle indagini finora condotte, la compravendita non si è poi concretizzata.

Tre italiani indagati per corruzione internazionale

Savoini, nel 2017, fu tra gli artefici del patto di collaborazione firmato tra la Lega e Russia Unita, il partito di Vladimir Putin; giornalista, è tuttora uno dei quattro vice presidenti del Corecom Lombardia, il Comitato Regionale per le Comunicazioni, un ente previsto dalla legge nazionale che istituì l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nel mese di settembre del 2019 la maggioranza di centrodestra in Regione aveva compattamente votato contro una mozione che chiedeva le sue dimissioni dall'organismo. Gli altri italiani indagati sono l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex banchiere Francesco Vannucci: rispondono di corruzione internazionale.

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