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Politica San Siro / Via dei Piccolomini

Interesse pubblico sul nuovo stadio: i contrari ad abbattere il Meazza preparano referendum e ricorsi

Affilano le armi comitati e partiti sostenitori della ristrutturazione di San Siro. E l'assessora dei Verdi non ha partecipato al voto di giunta

La dichiarazione d'interesse pubblico approvata dalla giunta di Milano venerdì 5 novembre per il piano di Milan e Inter relativo al nuovo stadio (dove attualmente si trovano il Parco dei Capitani, il pratone e un parcheggio lungo via Tesio) e alle edificazioni correlate (dove attualmente c'è il Meazza) è stata un fulmine a ciel sereno per quanti sono contrari al progetto e preferiscono la ristrutturazione dello stadio attuale. In precedenza il sindaco Beppe Sala aveva spiegato che Milan e Inter "certamente se ne andrebbero", anche se non è stato spiegato come e dove. L'unica ipotesi alternativa ventilata dai club mesi fa, le aree Falck di Sesto San Giovanni, è definitivamente saltata da tempo per l'indisponibilità 'sopravvenuta' dei proprietari di quelle aree.

Una reazione positiva, il sindaco l'ha ottenuta dal capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico: "Speriamo - ha dichiarato - che ora ci sia un'accelerazione per porre le basi a un nuovo quartiere che, siamo certi, diventerà un nuovo polo attrattivo della città come lo sono stati City Life, Porta Nuova e Cascina Merlata". 

L'assessora dei Verdi, Elena Grandi, ha fatto sapere di non avere partecipato al voto di giunta. Il capogruppo dei Verdi in consiglio comunale, Carlo Monguzzi, ha ribadito la posizione "fortissimamente contraria" del suo partito. Milano in Comune e Sinistra Italiana, non presenti a Palazzo Marino, si dicono pronti a costituire un comitato promotore per un referendum cittadino, a cui si sono detti pronti a impegnarsi anche lo stesso Monguzzi e Marco Bestetti, consigliere di Forza Italia da sempre contrario ad abbattere il Meazza. Un sì al referendum anche dal senatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa.

L'accettazione, da parte dei club, dell'indice edificatorio di 0,35 mq/mq, quello previsto dal Pgt (inizialmente volevano un indice ben più alto), non è ritenuta sufficiente al fronte di coloro che preferirebbero ristrutturare il 'vecchio impianto'. Un'ipotesi che, secondo gli ingegneri Riccardo Aceti e Nicola Magistretti, autori della proposta di una galleria panoramica al posto del terzo anello, sarebbe 'win-win' per tutti, Milan e Inter compresi, perché farebbe risparmiare tantissimi soldi garantendo comunque l'aumento atteso di redditività, salvando il Parco dei Capitani e non consumando suolo ulteriore.

Comitati sul piede di guerra

Per Sinistra Italiana, "continua a trattarsi di una iniziativa speculativa che colpirebbe la memoria storica, sportiva, musicale e culturale della città andando ad abbattere la cosiddetta 'Scala del calcio' in favore di un’edificazione non necessaria e rendendo lo sport sempre meno accessibile alle e ai milanesi". Gabriella Bruschi del Coordinamento San Siro promette azioni "in tutti i modi possibili per fermare questo scempio ambientale e questa ingiustizia". Il Gruppo Verde San Siro ricorda che la Legge Stadi, che i club utilizzeranno, "prevede che la priorità sia la ristrutturazione dell’esistente, e che solo dopo la verifica che ciò non sia possibile si possa procedere alla costruzione un nuovo stadio", e chiede un "organo tecnico terzo che accerti in modo inconfutabile che la struttura esistente possa o meno essere rinnovata e resa funzionale alle prescrizioni della Uefa per gli stadi".

Cauta, infine, la reazione di Enrico Fedrighini, consigliere della Lista Civica Beppe Sala, secondo cui l'accettazione dell'indice previsto dal Pgt da parte dei club "apre la strada ad un progetto nuovo", ed ora deve aprirsi "un fondamentale momento di discussione pubblica per dare contenuto, di quantità e di qualità, alle condizioni poste nella delibera: a partire dalla dichiarata 'ampia valorizzazione e incremento del verde profondo', alla qualità e tipologia delle funzioni 'a servizio del quartiere'".

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