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Pisapia: «Dopo i sacrifici, ecco il rinascimento di Milano»

Il sindaco al Corsera: "Sacrifici di tasse inevitabili, ma abbiamo ereditato una situazione pesante. E ha pagato chi ha di più". Sulla giunta: "Nessun rimpasto, ma non c'è spazio per il "solisti""

In una lunga intervista al Corriere della sera (o meglio, monologo) il sindaco di Milano Giuliano Pisapia riflette sul primo anno da primo cittadino e getta le basi per il futuro. 

Primi dodici mesi duri, secondo l'ex deputato di Rifondazione, con sacrifici inevitabili. "A Milano paga chi ha di più. E' il nostro tentativo di applicare la giustizia sociale, e i principi costituzionali di equità e progressività delle imposte". 

E se l'opposizione parla di "città delle tasse", Pisapia replica: "Ci siamo impegnati ad aiutare chi è in difficoltà. Finanziamento col microcredito di nuove imprese per creare occupazione ed evitare nuovi licenziamenti; abbiamo diminuiti gli affitti popolari in alcune zone del 20, 30%; abbiamo cercato di dare assistenza e creare occasioni di sviluppo". 

Ora parte la fase due: "Far partire i cantieri, dare nuova occupazione, lanciare gli investimenti, investire nella green economy che è il futuro", dice.

Senza spazio a personalismo di giunta: "La mia squadra è fatta di persone che hanno accettato di dedicare al servizio della città un tratto di strada e di farlo nel nome di una visione comune. Siamo un esempio di un governo di una grande città costruito sulla competenza, non sul manuale Cencelli. E per questo non c'è spazio per chi gioca partite individuali". 

Per ora, quindi, nessun rimpasto. E il via alla "rinascita di Milano". 

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