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Il Consiglio Comunale di Milano torna a lavorare parzialmente da remoto per il covid

Insorge una parte dell'opposizione, che vede nella scelta una escamotage politica

A Palazzo Marino si torna a lavorare da remoto, anche se parzialmente. La decisione dell'Ufficio di presidenza del Consiglio comunale di Milano, che prevede un ritorno a una modalità di lavoro mista dal prossimo 30 giugno, non passa inosservata soprattutto tra i banchi dell'opposizione. Il consigliere Riccardo De Corato si spinge ad accusare la maggioranza di voler evitare il dibattito democratico.

"Mercoledì dovremo discutere il farneticante ‘Piano Clima’ e sono certo che la maggioranza in Aula non reggerebbe un eventuale confronto. Quindi ecco la decisione di ricorrere allo stato di emergenza. Insomma, Palazzo Marino torna zona rossa mentre Milano è tutta in zona bianca. Non è la variante delta che preoccupa il centrosinistra, bensì il democratico confronto", le accuse nemmeno troppo velate dell'ex vice sindaco, che aveva minacciato perfino di rivolgersi alla magistratura nel caso fosse stata presa questa decisione.

I lavori da remoto a Palazzo Marino

I lavori, ripresi in presenza appena una settimana fa, dovranno quindi parzialmente ritornare a svolgersi da remoto. In pratica, a fronte di più sedute nella stessa settimana, alcune si svolgeranno con i consiglieri in Aula e altre con i consiglieri collegati on-line. "La decisione è stata presa dopo aver ascoltato le osservazioni dei capigruppi e al fine di tutelare la salute dei partecipanti alle sedute stante ancora in vigore le indicazioni per prevenire la diffusione del covid", spiegano invece da Palazzo Marino, ricordando che sono oltre 50 le persone complessivamente presenti durante una seduta.

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