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Leoncavallo, Rizzo (Sinistra per Pisapia) contro Sel: "Incoerenti"

L'affondo del presidente d'aula a Palazzo Marino: "Criticano Renzi perché uccide la discussione ma qui a Milano volevano la stessa cosa"

Non ci sta ad essere accusato di avere affossato la delibera sul Leoncavallo, Basilio Rizzo. Per di più (dice il capogruppo dimissionario di Sel, Mirko Mazzali) costituendo "un asse" con l'esponente di Fdi Riccardo De Corato. Rizzo è di poche parole, non manda comunicati stampa ogni dodici ore. Intercettarne il pensiero non è però difficile. Il presidente del consiglio comunale, storico membro dell'estrema sinistra cittadina, è stato intervistato da Fabio Massa per Affari Italiani e ha ribattuto 'colpo su colpo' alle accuse che Sinistra ecologia e libertà gli ha mosso in questi giorni.

"Sono incoerenti - ha affermato Rizzo - a Roma si scagliano contro Renzi perché 'uccide la discussione' e qui a Milano vorrebbero fare la stessa cosa", riferendosi alla richiesta di contingentamento dei tempi di discussione su altre due delibere (case popolari e bilancio) in modo da rispettare la scadenza del 30 aprile per la delibera sul Leoncavallo: poi scade la convenzione-accordo tra il gruppo Cabassi e il comune di Milano.

Nella ricostruzione dei fatti, Rizzo rivendica di avere agito come "presidente di tutti". E spiega di avere calendarizzato la delibera da un mese, poi di avere chiesto alla giunta quale fosse la maggiore urgenza (la priorità) e di avere avuto una risposta chiara: le case popolari da affidare alla gestione di MM. Di qui la scelta che ha provocato una fortissima polemica con Sel.

Nel merito della questione Leoncavallo, è noto però che Rizzo sia contrario a questa delibera. Ma perché? Lo spiega lui stesso, sempre ad Affari Italiani. "Nel calcolo volumetrico (della permuta tra edifici, n.d.r.) c'è un premio che era stato pensato a tutela degli spazi produttivi. Ma quell'area non è industriale, non ci sono spazi produttivi da difendere". Si crea insomma un "pericoloso precedente", spiega Rizzo. Che aggiunge di non essere contro il Leoncavallo, ma di volere "garantire il diritto ad esistere per tutti i centri sociali".

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