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Milano, dopo vaccino insulti e minacce a Liliana Segre sui social: aperta inchiesta

Decine i commenti a sfondo razziale a antisemita. Ora gli investigatori sono al lavoro per individuare i colpevoli

Dopo le decine di insulti pubblicati sui social contro la senatrice a vita Liliana Segre, 'colpevole' di essersi vaccinata contro il covid, la polizia postale ha aperto un'indagine. Il reato ipotizzato è di minacce aggravate dalla discriminazione e dall’odio razziale: molti i commenti a sfondo antisemita comparsi su Facebook.

Gli investigatori, coordinati dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili, sono alla ricerca degli autori dei commenti razzisti, che in alcuni casi sono sfociati in vere e proprie violenze verbali e minacce. Non è la prima volta, purtroppo, che la Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, viene presa di mira sui social. Questa volta a scatenare i tanti commenti di odio, comparsi anche sotto un post del presidente lombardo Attilio Fontana, è stato il fatto che la senatrice abbia fatto da 'testimonial' per la campagna pro vaccini agli over 80 di Regione Lombardia.

"Parole inaudite, ignobili e irripetibili - aveva commentato l'accaduto la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani -. Un segnale allarmante dell'intolleranza e dell'ignoranza che purtroppo serpeggia sui social. Una violenza di fronte alla quale non si può restare indifferenti, ma che va combattuta con ogni strumento possibile. (...), Tutta la nostra solidarietà alla senatrice Segre che, ancora una volta, diventa bersaglio di vigliacchi che offendono la Memoria del nostro Paese".  

Al momento gli agenti della polizia postale sono al lavoro per identificare gli autori di minacce e insulti, che potrebbero dover rispondere dell'accusa di minacce aggravate dall’odio e dalla discriminazione razziale. Un altro fascicolo era stato aperto in procura a Milano per episodi analoghi avvenuti in passato sempre ai danni della Segre.

"Mi sembra una grande opportunità - aveva detto la senatrice, vaccinata giovedì all'ospedale Fatebenefratelli di Milano, a proposito della campagna vaccinale anti covid - a cui tutti dobbiamo rispondere, grati che si possa fare, perché in certi Stati non è stato possibile fare questo, e andare con fiducia a questo incontro, perché sarà veramente l'unico modo che ognuno di noi ha per combattere questo nemico". Un appello ragionevole e più che mai condivisibile che non è stato compreso da molti utenti dei social, accecati dall'odio ma anche - e soprattutto - da una profonda ignoranza.

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