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Lombardia, giunta approva il piano per il rilancio dell'edilizia

La Giunta regionale approva il progetto di rilancio dell’edilizia. Soddisfazione da parte del governatore Formigoni, che esalta i punti cardine del progetto. Contrari “alla colata di cemento” i Verdi, disposti al dialogo invece dal Pd

E' stato approvato oggi dalla giunta regionale il progetto di legge per il rilancio dell’edilizia, una norma straordinaria che rimarrà in essere 18 mesi.

Secondo il Presidente della Regione Roberto Formigoni il piano “ha l’obiettivo primario di permettere una ripresa dell’edilizia, migliorando anche dal punto di vista della qualità estetica e ambientale e del risparmio energetico il nostro patrimonio residenziale ed urbanistico”.

Quattro sono i punti fondamentali di questo piano casa: il recupero di volumetrie abbandonate o sottoutilizzate, ampliamento fino al 20% di abitazioni mono e bifamiliari, ricostruzione di edifici residenziali e produttivi e infine la riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica.

Il piano dovrà ora essere approvato dal consiglio regionale. Formigoni ci ha tenuto a sottolineare che il progetto “va incontro alle famiglie di reddito medio o medio basso, perché permetterà a queste categorie di ampliare la loro casa mono o bifamiliare fino al 20%”.

Il decreto legge permette anche di abbattare un edificio antico e di ricostruirlo ex novo, magari anche tecnologicamente avanzato. Formigoni e la sua giunta stimano che nel breve arriveranno “investimenti dal privato per 6/7 miliardi di euro nei prossimi 18,/24 mesi, con una ricaduta occupazionale di 20/30mila posti di lavoro e un risparmio energetico di circa 44 miliardi l’anno”.

Per rassicurare i cittadini, il governatore ha concluso che “le zone di pregio storico e ambientale non potranno essere soggette ad interventi: nessuna colata di cemento, nessun nuovo mostro edificato”.

L’opposizione in Regione non sta a guardare e parte all’attacco. Secondo i Verdi il piano-casa è un progetto di “cementificazione senza precedenti”. Il Pd invece ha posizioni più concilianti: Franco Mirabelli, consigliere del Partito Democratico, afferma che “non c’è un no pregiudiziale. Ne discuteremo con un’unica bussola, valutando se il provvedimento garantisce il miglioramento della qualità urbana o rischia di comprometterlo”.
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