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Martedì, 21 Marzo 2023
Curdi

Manifestazione a Milano per la liberazione di Ocalan, leader curdo del Pkk

Ocalan avrebbe diritto all'asilo politico in Italia

Libertà per Abdullah Ocalan, detenuto in isolamento da ventitré anni sull'isola di Imrali (Turchia), e cancellazione del partito da lui fondato, il Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) dalla lista delle organizzazioni terroristiche. Lo chiede il suo avvocato, Ibrahim Biilmez, in una conferenza stampa a Roma organizzata dall'ufficio della cultura curda in Italia. 

Per dar luce alla situazione di Ocalan, sono statte organizzate due manifestazioni per sabato 12 febbraio: in piazza Esquilino a Roma e in largo Cairoli a Milano, entrambe alle 14.30. "L'isolamento di Ocalan peggiora col tempo", ha detto l'avvocato: "Da dieci anni non lo incontro, ma ora sono diciotto mesi che non ne abbiamo notizie. L'ultimo contatto è stato a marzo 2021 quando era girata la voce che fosse morto di covid".

Dopo uno sciopero della fame dei detenuti in Turchia, ad Ocalan fu permesso di parlare al telefono col fratello, per la seconda volta in ventitré anni. "Eppure - ha aggiunto il legale - la legge turca garantisce ai detenuti il diritto di parlare coi propri avvocati". Bilmez intende incardinare la sua iniziativa su due pilastri: il 'diritto alla speranza' riconosciuto dal Consiglio d'Europa, secondo cui, dopo diversi anni, il detenuto ha diritto a chiedere una revisione della sentenza, e Ocalan ha più di settant'anni; e il fatto che il suo assistito abbia sempre "cercato una soluzione pacifica del conflitto tra i turchi e i curdi in Turchia".

Nel periodo in cui era in esilio da un Paese all'altro, a novembre del 1998 il deputato comunista Ramon Mantovani accompagnò Ocalan da Mosca a Roma, ma il governo italiano, pur non potendolo estradare in Turchia perché in quel Paese vigeva ancora la pena di morte, non poteva nemmeno concedergli asilo politico, decisione che spetta alla magistratura e che infatti arrivò tardi, a novembre del 1999. Nel fratettempo il governo aveva già fatto partire Ocalan alla volta del Kenya, dove aveva preso alloggio presso la rappresentanza diplomatica della Grecia. In Kenya era stato però catturato da agenti dei servizi segreti turchi e portato in Turchia, dove era stato condannato all'ergastolo.

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