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Il no di Maran all'imprenditore che voleva corromperlo: 'Non prendo per il culo chi mi vota'

Nelle carte sull'inchiesta che ha portato in carcere nove persone a Roma c'è anche Maran

"Lì è proprio un altro mondo". Quel lì - nelle parole di uno degli uomini di fiducia di un imprenditore romano accusato di corruzione - indica Milano. O più precisamente Pierfrancesco Maran, un assessore che ha saputo resistere alle "sirene" del malaffare, che ha saputo dire no. 

C'è anche il nome dell'assessore all'Urbanistica del comune di Milano nelle carte dell'inchiesta che mercoledì mattina ha portato in carcere nove persone a Roma, con le accuse - a vario titolo - di associazione a delinquere, traffico di influenze, emissione di fatture false, corruzione e illecito finanziamento. Il nome "forte" tra gli arrestati è quello di Luca Parnasi, l'imprenditore che avrebbe dovuto costruito il nuovo stadio dell'A.S. Roma a Tor di Valle. 

Il tentativo di corruzione per lo stadio

Dall'ordinanza di custodia cautelare, infatti, emerge come l'imprenditore abbia cercato di allungare le mani anche su Milano, facendo avvicinare Maran da alcuni suoi uomini per ottenere - sempre stando alle carte firmate dal Gip Maria Pia Tommaselli - "entrature per la realizzazione dello stadio di Milano". Da Maran, però, il gruppo ha ricevuto un secco e sdegnato no all'offerta di una casa in regalo.

"Simone gli prova a vendere un appartamento", racconta Giulio - uno del gruppo Parnasi - alla sua interlocutrice Simona, informandola del tentativo di “donare” un’abitazione all’assessore. "E quello - riferendosi a Maran - dice: «Amico mio no. Cioè qua funziona così, qua se tu mi dici che la cosa la riesci a fare è perché la puoi fare, a me non prendi per il culo»". E ancora: "«Io - la risposta di Maran dopo il tentativo di corruzione - non voglio prendere per il culo chi mi ha votato»". 

"Siamo andati dall'assessore a fare una figura, sembravano i romani dei film quelli che vanno a Milano - il commento di Giulio -. Totò era impreparato, noi invece ci siamo andati a provare. Lì si mettono a ridere - dice ancora alla ragazza -. Lì è proprio un altro mondo". Quell'altro mondo è Milano. 
 

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