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Milano, la procura chiede la condanna di Roberto Maroni

A giugno l'ex presidente della regione Lombardia era stato assolto per il reato di induzione indebita

La procura di Milano ha fatto ricorso in appello contro l'assoluzione dell'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che lo scorso giugno era stato assolto per il reato di induzione indebita, ma condannato a un anno e 450 euro di sanzione per turbata libertà del contraente (con pena sospesa). Il procuratore aggiungo Eugenio Fusco ha chiesto di condannare Maroni anche per la prima accusa. 

Il processo contro l'ex governatore leghista, durato due anni e mezzo, si era concluso con il verdetto di colpevolezza per quanto riguardava l'affidamento a una sua ex collaboratrice di un incarico all'interno di un ente pubblico. Dopo la richiesta della procura, i legali di Maroni potrebbero a loro volta depositare un ricorso in appello contro la condanna per turbata libertà del contraente, chiedendo in questo modo l'assoluzione per entrambe le accuse. 

In primo grado Maroni era stato assolto dal reato di induzione indebita, del quale veniva accusato per avere esercitato pressioni illecite con l'obiettivo di fare partecipare a una missione di Expo a Tokyo un'altra sua ex collaboratrice. Nell'ambito dello stesso processo erano stati condannati anche a un anno Giacomo Ciriello (assolto da reato di induzione), ex capo della segreteria politica di Maroni, a dieci mesi Andrea Gibelli, ex segretario generale del Pirellone, e a sei mesi Mara Carluccio, ex collaboratrice di Maroni. All'epoca dei fatti l'ex governatore era ministro dell'Interno.

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