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Matrimoni gay: il prefetto cancella le trascrizioni

La decisione di nominare un commissario "ad acta" dopo il rifiuto di Pisapia di tornare sui suoi passi. E' polemica

Verranno cancellate le trascrizioni delle tredici nozze gay contratte all'estero e successivamente trascritte dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Il prefetto Paolo Tronca ha nominato un commissario per la cancellazione. Le coppie sono state già informate con una lettera. In precedenza il prefetto aveva chiesto al sindaco di annullare le trascrizioni, ma Pisapia si era rifiutato.

Tutto è partito da una circolare del ministro dell'interno Angelino Alfano, che aveva appunto "ordinato" ai prefetti italiani di cancellare le trascrizioni effettuate in tal senso dai sindaci, dopo alcune sentenze favorevoli della magistratura.

Immediate le reazioni politiche. Dal centrodestra si plaude all'iniziativa prefettizia. "Meglio tardi che mai", esclama Riccardo De Corato (Fdi) ricordando che "a Udine questo passo era stato fatto a fine ottobre 2014, mentre da noi è stato perso un sacco di tempo". E per Matteo Forte (Polo milanesi - Ppi) "si possono condurre le battaglie ma non gli abritrii e quello di Pisapia è stato un arbitrio, ancor più grave perché compiuto da una persona del suo calibro, che dovrebbe intendersene di leggii e regolamenti".

Di tutt'altro parere i giovani del Partito democratico che chiedono che il proprio partito presenti una mozione di sfiducia in parlamento al ministro Alfano. E per Mirko Mazzali, capogruppo Sel a Palazzo Marino, "chissà quale libertà altrui, chissà quale pericolo, chissà quale nocumento questo atto compiuto dal sindaco Pisapia stava arrecando". Per Luca Gibillini, anche lui di Sel, "la decisione delle trascrizioni è stata presa da una decisione del consiglio comunale, che rappresenta i cittadini. Prefetto e ministro dell'interno fanno uno schiaffo alla città". E tre consiglieri del Pd (Lamberto Bertolé, Alessandro Giungi e Carlo Monguzzi) chiedono al prefetto di ripensare alla decisione: "La circolare ha un valore solo amministrativo, già contraddetto dalla magistratura".

PISAPIA - Anche il sindaco di Milano ha reagito, chiedendo ai parlamentari "che credono nel rispetto delle leggi e si oppongono a ogni discriminazione" di intervenire "con tutti gli strumenti possibili", compresa "una formale mozione di censura" verso il ministro dell'interno Angelino Alfano.

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