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Piazza Fontana, Mattarella in Comune. Il sindaco: "Milano fu la prima città offesa dallo stragismo fascista"

Il presidente della Repubblica è intervenuto in consiglio comunale nel giorno del 50esimo anniversario della strage

Aula gremita. Non manca nessuno al consiglio comunale di Milano dedicato alla commemorazione della strage di Piazza Fontana che il 12 dicembre del 1969 uccise 17 persone e ferì la città. Una strage rimasta senza giustizia. E per la prima volta nella storia un presidente della Repubblica è arrivato a Milano per commemorare l'eccido. Una strage in cui "l'attività depistatoria di una parte di strutture dello Stato è stata doppiamente colpevole", ha dichiarato Sergio Mattarella. Poi, nel pomeriggio, è iniziato il lungo corteo. 

"Un cinico disegno, nutrito di collegamenti internazionali a reti eversive, mirante a destabilizzare la giovane democrazia italiana, a vent'anni dall'entrata in vigore della sua Costituzione — ha continuato Mattarella —. Disegno che venne sconfitto"

Prima del consiglio comunale il presidente della Repubblica ha incontrato Gemma Capra e Licia Rognini, le vedove del commissario di polizia Luigi Calabresi e del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, la 18esima vittima innocente di Piazza Fontana ricordata nella giornata di mercoledì dal comune.

"Lo splendido gesto dell'incontro tra Gemma Carta Calabresi e Licia Rognini Pinelli sia di sprone per vivere un nuovo futuro guardando ad occhi aperti il passato", ha dichiarato il primo cittadino di Milano Giuseppe Sala. Non era la prima volta che le due donne si incontravano: nel 2009 furono invitate al Quirinale da Napolitano per un gesto di riconciliazione.

Pinelli: la sua sagoma proiettata sul palazzo di piazza Fontana

Mattarella: "Non bisogna relegare al passato gli attacchi alla democrazia"

Non bisogna fare l'errore di relegare al passato gli attacchi alla democrazia. È il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la commemorazione della strage di Piazza Fontana. "Il trascorrere del tempo non colloca tra gli eventi vecchi e da rimuovere l'attacco alla democrazia portato in quegli anni: non commetteremo l'errore di pensare che siano questioni relegate a un passato più o meno remoto", ha affermato Mattarella. "Sono la nostra identità, il nostro Patto civile a essere usciti segnati da quegli avvenimenti. Occorre esserne consapevoli per non correre il rischio di poterli rivivere".

Sala: "A Milano non c'è spazio per chi schiaccia l'uomo"

"A Milano come in Italia non ci può esser spazio per chi pensa di schiacciare e offendere l'uomo sulla base di differenti idee, etnie, o religioni. A questo serve il ricordo di piazza Fontana, strage di matrice fascista come diverse altre succedutesi negli anni settanta e ottanta. A questo serve la memoria delle vittime del terrorismo di ispirazione comunista". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel suo intervento al consiglio comunale di Milano riunito per ricordare la strage di Piazza Fontana.

"Milano è stata la prima città italiana a esser offesa dallo stragismo fascista. Nessun milanese potrà dimenticare il rumore della deflagrazione, le urla di dolore, i fumi arrivati a coprire il Duomo. La pietà, la solidarietà e la ricerca della giustizia spinsero la nostra comunità a unirsi in un abbraccio nel giorno dei funerali. Nonostante il dolore i milanesi furono in grado di ritrovare fraternità e vicinanza nel saluto religioso alle vittime, stretti l’uno vicino all’altro in una piazza Duomo mai così piena. Di sconforto, ma anche di amore verso il prossimo perduto, e in un silenzio che valeva più di qualsiasi parola per condannare la strage", ha detto ancora il primo cittadino.

E ancora: "Le immagini di piazza Duomo stracolma fecero il giro d’Italia e del mondo, ricordando a tutti che Milano non si sarebbe piegata e avrebbe sempre protetto e ricordato i suoi fratelli appena caduti. All’ingresso del Duomo campeggiava un cartello: «Milano si inchina alle vittime innocenti e prega pace». Una testimonianza ancora attuale, come l’omelia dell’arcivescovo Colombo. Il nostro cardinale riportò le parole di due feriti gravi. Il primo gli disse: “Fu una cosa orrenda: ma io preferisco averla subita, piuttosto che averla fatta ad altri”; l’altro lanciò un appello che aveva come primi destinatari le forze politiche: “Così non va. Fate subito qualcosa per cambiare questo mondo”".

"Piazza Fontana una ferita alla democrazia che ancora sanguina"

"Piazza Fontana diede avvio a una delle stagioni più terribili della storia italiana. Milano e l’Italia persero l’innocenza, come hanno sottolineato gli storici, a causa delle bombe esplose qui vicino. Una strategia omicida mirata a spegnere con il sangue le richieste di modernizzazione delle lotte degli anni sessanta. E a sovvertire l’esito della Resistenza, la sconfitta della dittatura e l’avvio della democrazia repubblicana. Una ferita alla democrazia che ancora sanguina, perché dopo 50 anni lo Stato non è stato capace di definire una verità su quella strage. Un peso e una tristezza, come hanno sottolineato in più occasioni Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano,  predecessori del Presidente Mattarella, che oggi ci onora con la sua presenza. Un peso e una tristezza cresciuti anno dopo anno per l’incapacità di fornire una verità che rendesse giustizia ai morti, permettendo alla società di andare oltre. Un peso e una tristezza per Milano come per l’Italia, colpita troppe volte dal terrorismo dopo piazza Fontana", prosegue il sindaco.

"Una stagione dolorosa, ma necessariamente da ricordare. Fare memoria è un dovere civico e morale perché il passato possa fornire nutrimento per il presente e per il futuro. La memoria del male è indispensabile per la sua sconfitta. La domanda posta da Primo Levi, “Se questo è un uomo”, contiene in sé la costatazione che “questo è stato fatto da un uomo”. L’accettazione del male come immanente all’uomo è la premessa per poterlo battere. Ecco perché dobbiamo essere grati a chi come l’Associazione Familiari Vittime di piazza Fontana, come le altre associazioni di congiunti di vittime del terrorismo, fanno memoria di un male che ha provocato il dolore più lancinante che si possa subire, la perdita dei propri cari. Rendono un servizio prezioso per la nostra comunità", prosegue Sala.

"La nostra città sarà sempre al fianco di chi ha perso la vita per colpa dei nemici della libertà, della democrazia, dei diritti e della giustizia. E si contrapporrà a chi mira a reprimere questi principi alla base della convivenza civile per riportarci verso l’oppressione e la discriminazione. L’antisemitismo, il razzismo, il fascismo sono veleni da contrastare al di là della parte politica in cui ci si identifica. La Democrazia può essere divisa nel momento del voto come nella dialettica istituzionale, ma è e deve essere unita sui principi e sui valori fondamentali, sanciti nella Costituzione. A Milano come in Italia non ci può esser spazio per chi pensa di schiacciare e offendere l’uomo sulla base di differenti idee, etnie, o religioni. A questo serve il ricordo di piazza Fontana, strage di matrice fascista come diverse altre succedutesi negli anni settanta e ottanta. A questo serve la memoria delle vittime del terrorismo di ispirazione comunista", chiosa il primo cittadino.

"Milano è per vocazione e per convinzione una città accogliente, aperta, solidale e tollerante, umanista. Caratteristiche secolari che hanno aperto ancora di più la ferita di piazza Fontana. E hanno reso più difficile accettare le ingiustizie che ne sono seguite. Io penso che la buona politica debba sempre cercare di fare i conti con la Storia e penso anche che chi rappresenta la comunità milanese debba scusarsi verso Pietro Valpreda e Giuseppe Pinelli per la loro persecuzione. Un sentimento di grata memoria che vale anche per il commissario Luigi Calabresi, un servitore dello Stato ucciso dopo una campagna d’odio offensiva verso la democrazia", conclude.

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