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Dossier illeciti, perquisita la casa dell'assessore regionale Rizzi

La procura di Brescia apre fascicolo su attività di "dossieraggio" nei confronti di avversari politici leghisti e non. Coinvolto l'assessore regionale allo Sport Rizzi. Era già finita nella bufera per una "finta laurea"

La casa e gli uffici dell'assessore regionale a Giovani e Sport della Lombardia, Monica Rizzi, sono stati perquisiti questa mattina da agenti della polizia giudiziaria. Le perquisizioni sono state fatte, ha spiegato il suo legale Alessandro Didd, per "ricercare tracce di una ipotizzata attività di dossieraggio" su richiesta della procura di Brescia. Non è ancora noto l'episodio o gli episodi ai quali si riferisce l'inchiesta.

Anche se, nei mesi scorsi, un ex collaboratore dell'assessore, Marco Marsili aveva presentato una denuncia nei confronti di Monica Rizzi alla Procura di Brescia per trattamento illecito di dati personali. Dossier, ha spiegato Marsili, che sarebbero serviti poi per colpire 'nemici' fuori e dentro la Lega Nord assicurando anche il miglior risultato elettorale possibile alle scorse regionali a Renzo Bossi.

"Io - ha detto Marsili - sono stato sentito dalla Guardia di Finanza. Una con un minimo di decenza sarebbe andata a casa da un pezzo". "L'assessore Rizzi - ha spiegato in una nota l'avvocato Didd - non si dimetterà essendo consapevole di non aver nulla da temere e di potere confidare nella serenità della magistratura che, certamente, non si farà ingannare da queste manovre". L'avvocato Didd parla di una vera e propria "delegittimazione" nei confronti di Rizzi.

"Avendo intuito l'organizzazione di queste operazioni - ha aggiunto - avevo richiesto all'autorità giudiziaria di Brescia di conoscere se la stessa fosse o meno indagata. Il pm mi ha anticipato nel fornirmi la risposta notificando all'assessore l'avvio dell'indagine". Già in settimana, il legale ha detto che prenderà contatti con il pm Fabio Salamone "perché in tempi brevissimi possa ascoltarla".

"In Lega non funziona il metodo dei dossier - ha commentato l'assessore regionale -, ci si candida in altri modi e si viene esclusi per altre ragioni", ha aggiunto la stessa Rizzi, che sarebbe stata sospettata di aver prodotto dei dossier per condizionare delle scelte. L'assessore non ha spiegato se sia indagata dalla Procura di Brescia, limitandosi a ripetere che "é stata avviata un'indagine" e di essere a disposizione dei magistrati per chiarire la sua posizione. "Un po' mi sono sentita sotto tiro da parte di qualcuno - ha ammesso l'esponente leghista senza fare nomi - e penso che qualcuno dovrà risponderne in un secondo tempo".

La Rizzi era già finita alla ribalta delle cronache qualche mese fa per l'accusa di aver millantato, nel proprio sito istituzionale e in alcuni convegni dove aveva partecipato in veste di relatrice, una laurea in Psicologia mai raggiunta. Accuse sempre rigettate dall'interessata.

 

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