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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

"L'Italia riconosca la Crimea in Russia e fermi le sanzioni": mozione in regione

E' stata presentata da Lino Fossati (Maroni Presidente), dopo il voto favorevole al consiglio regionale del Veneto

Riconoscere la Crimea come parte della Russia e ritirare immediatamente le sanzioni economiche contro Mosca. La regione Lombardia si prepara a seguire il Veneto nella richiesta al governo italiano di cambiare rotta sulla politica internazionale. Il consiglio regionale veneto lo ha fatto il 18 maggio, approvando una risoluzione in tal senso. Ora è il turno del Pirellone.

L'iniziativa è di Lino Fossati, consigliere regionale eletto con la lista Maroni Presidente, la lista civica di Roberto Maroni, vicina alla Lega Nord. Fossati, avvocato di 60 anni, risiede a Lissone in Brianza ed è stato a lungo assessore nel suo comune in quota Alleanza Nazionale, nonché presidente di cooperative edilizie e vice presidente del noto Palazzo del Mobile, un luogo espositivo dei mobilieri lissonesi e brianzoli.

Le premesse della mozione si basano sulle note argomentazioni dei presunti danni economici delle sanzioni occidentali alla Russia e dell'esito del referendum del 16 marzo 2014. Si tratta di due argomenti estremamente controversi. Le sanzioni occidentali non hanno colpito, infatti, direttamente le piccole e medie imprese russe né quelle italiane, mentre le controsanzioni decise da Mosca sono state mirate a vietare l'importazione di specifici prodotti (soprattutto agroalimentari) in Russia. Tuttavia, se calo dell'export verso la Russia c'è stato, molti esperti ritengono che la causa principale non siano nemmeno tanto le controsanzioni, quanto il crollo del prezzo del petrolio e del gas che ha innescato una crisi economica in Russia e una netta diminuzione del potere d'acquisto dei consumatori russi.

La seconda argomentazione, ovvero il referendum, è ancora più discutibile, visto che - come è noto - Vladimir Putin ha ammesso di avere "preparato" l'annessione della Crimea alla Russia all'indomani del voto parlamentare ucraino con cui Victor Yanukovich è stato destituito dalla presidenza. Il referendum di marzo 2014 è stato poi ampiamente contestato per le accertate irregolarità di svolgimento e per la presenza (sul territorio della Crimea e anche nei seggi) di militari in divisa ma senza segni distintivi, certamente russi.

Ma la mozione si spinge oltre e definisce la Crimea «un coacervo di lingua ed etnia diverse che ha da sempre rappresentato per la Russia un fondamentale nodo strategico». Tra i Paesi Onu, soltanto alcuni Stati dell'ex Unione Sovietica riconoscono al momento la Crimea come parte della Russia.

E' scontato che la mozione verrà approvata. Potrà contare sui voti di quasi tutta, se non tutta, la maggioranza di centrodestra, oltre che sui voti del Movimento 5 Stelle, da sempre schierati (come la Lega Nord e l'estrema sinistra) su posizioni di fatto anti-ucraine. Quanto agli effetti concreti, saranno praticamente nulli: la politica estera italiana è ancora in capo a Palazzo Chigi e alla Farnesina. 

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