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Il consiglio comunale di Milano boccia una mozione contro la maternità surrogata

L'indignazione della leghista Giovanati secondo cui "l'utero in affitto" è "violenza contro le donne". L'assessora Romani: "Espressione degradante e offensiva"

Il consiglio comunale di Milano ha bocciato, giovedì 25 novembre, una mozione contro l'utero in affitto presentata da una consigliera della Lega, Deborah Giovanati. Mozione contestata dalla maggioranza a partire proprio dall'espressione "utero in affitto" che, secondo quanto ha dichiarato in aula l'assessora ai servizi civici Gaia Romani, "è offensivo e degradante". 

Romani ha aggiunto che "il nostro ordinamento già prevede la contrarietà all'ordine pubblico della pratica della maternità surrogata", vietata nel territorio italiano. Pronta la risposta della proponente, che si è definita "indignata" poiché, proprio nella giornata contro la violenza sulle donne, avrebbe voluto che partisse, dal consiglio comunale milanese, "un messaggio forte". Per Giovanati, la maternità surrogata si traduce in "mercificazione di bambini" e, dunque, si sarebbe dovuto dichiarare la "contrarietà alla violenza di chi condanna la donna come solo un utero riproduttivo".

Nella mozione si citavano, criticandoli, anche i recenti pronunciamenti del Tribunale di Milano con i quali viene ordinata la trascrizione in anagrafe dei bambini nati all'estero da coppie che hanno utilizzato la maternità surrogata. "Decisioni che invece sono da citare con gioia", ha replicato Roberta Osculati del Pd: "Perché riconoscono la dignità della famiglia e finalmente questi bambini trovano nelle loro famiglie un punto di riferimento importante". E ancora: "Si pone attenzione più sulla donna che sul bambino, che invece è il minore da tutelare".

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