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'Ndrangheta a Lecco: spunta un'offerta di voti per Mariolina Moioli

Il clan sgominato avrebbe cercato di presentare un'offerta (senza successo) a Mariolina Moioli, candidata per Milano al Centro

Spunta anche il nome di Antonio Oliverio, ex assessore provinciale di Milano in quota Italia dei Valori (poi passato all'Udeur), nell'inchiesta sulla 'ndrangheta nel Lecchese che ha coinvolto il presunto boss Mario Trovato e il consigliere comunale del capoluogo lariano Ernesto Palermo.

Trovato, Palermo e Oliverio si sarebbero incontrati nella seconda metà del 2011 vicino ad Arcore (Monza) perché Oliverio stava cercando di sviluppare in Lombardia il Movimento per le Autonomie (partito dell'ex governatore siciliano Raffaele Lombardo). Secondo quanto emerge dall'ordinanza dei pubblici ministeri, in quella occasione i tre avrebbero discusso uno "scambio": da una parte l'assunzione di Alexandra I., compagna di Mario Trovato, e dall'altra l'offerta del bacino di voti controllati da Trovato per Oliverio.

Tra il 2011 e il 2012, quindi, stando alle carte dei pm, Trovato cercava di avvicinare i "movimenti" gravitanti nel Terzo Polo, che sembra abbia definito "movimento nuovi, che possono avere un minimo di visibilità e che ce la possono dare anche a noi". Nelle telefonate si farebbe riferimento anche a Gianfranco Micciché, Agazio Loriero, Clemente Mastella: tutte persone comunque assolutamente estranee all'inchiesta

COMUNALI DI MILANO - Ma Mario Trovato sembra essere stato attivo anche qualche mese prima, in vista delle elezioni comunali di Milano del 2011. In quella occasione, secondo i pm, Palermo e Trovato avrebbero cercato di avvicinare Mariolina Moioli, assessore uscente della giunta Moratti e candidata con "Milano al Centro" al consiglio comunale (risulterà eletta e proprio a marzo si è dimessa dal consiglio per un'altra inchiesta), per offrire un pacchetto di voti attraverso Silvia Ghezzi, referente a Lecco dei Popolari Liberali di Giovanardi (che in effetti appoggiò ufficialmente la Moioli). A quanto risulta, comunque, alcuni collaboratori della Moioli (che non è in alcun modo coinvolta) non andarono oltre un primo incontro, ovvero respinsero eventuali offerte.

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