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Parte la rivoluzione dei poteri nelle zone

Daniela Benelli (assessore al decentramento) ha presentato la delibera, già esecutiva, che fa partire la trasformazione dei quartieri in "municipalità"

Da subito le zone cominceranno ad avere nuovi poteri, poi avranno anche più soldi e - dalla prossima tornata elettorale - saranno anche ridisegnate: questo in sintesi il quadro della riforma del decentramento, presentata venerdì pomeriggio dall'assessore Daniela Benelli. "Ci sono voluti - ha spiegato - quattro mesi di lavoro, con l'obiettivo di invertire la rotta dell'accentramento. La preparazione della delibera ha coinvolto tutti i settori del comune".

La prima decisione è quella di coinvolgere le zone nella programmazione comunale: questo significa che, ogni volta che il comune adotterà un piano (ad esempio il piano delle opere pubbliche, quello dell'edilizia scolastica, eccetera), prima di tutto avrà sentito "a monte" i consigli di zona.

La seconda parte della delibera individua i temi su cui le zone potranno (da subito) decidere in autonomia. Chiaramente non potranno lavorare al di fuori di atti importanti come il pgt, ma potranno ad esempio scegliere come arricchire il verde pubblico e individuarne le funzioni, scegliere le tipologie d'arredo urbano, assegnare spazi del demanio attraverso bandi, assegnare impianti sportivi, individuare aree per i mercati e, soprattuto, effettuare direttamente interventi urgenti di manutenzione.

Un atto che verrà firmato dai dirigenti nei prossimi giorni prevede l'individuazione più precisa delle aree verdi su cui potranno intervenire le zone. "E' evidente - ha chiarito la Benelli - che i Giardini Pubblici o il parco Sempione non saranno di competenza zonale, ma comunale, mentre il piccolo giardino o parco giochi di quartiere sì". E questo riguarda anche aree come il Boscoincittà o il parco delle Cave, soggetti a convenzione tra un soggetto privato e il comune.

NUOVI CONFINI - L'altro passaggio, il cui lavoro preparatorio inizia adesso, è quello di ridisegnare i confini delle zone, aumentandone il numero. "Nove zone, disegnate a spicchio, sono troppo poche e poco efficienti", ha spiegato la Benelli: "Spesso le periferie vengono sacrificate". L'idea dell'assessore è invece quella del modello policentrico, con undici o dodici consigli di circoscrizione.

FONDI - Oggi le zone, escluso il denaro destinato a servizi sul territorio ma che non viene da loro gestito, spendono circa 100mila euro l'una all'anno, compresi i costi di mero funzionamento. Il primo obiettivo dell'assessorato è aumentare questa quota disponibile. Nello stesso tempo si apre un procedimento per trasferire strutture e dipendenti comunali dal "centro" alle "periferie".

MONITORAGGIO - "Oggi - ha aggiunto la Benelli - non conosciamo con precisione quanto del bilancio comunale è destinato a spese nelle singole zone. Con il bilancio del 2012 abbiamo deciso di compiere questa valutazione in modo tale da arrivare al 2013 conoscendo la suddivisione dei fondi".

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