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Milano Pride 2015: passa il patrocinio della regione Lombardia

Decisivo il voto, in ufficio di presidenza, del leghista Fabrizio Cecchetti: "Si tratta di cittadini che chiedono di essere ascoltati, non possiamo voltare la testa dall'altra parte"

La "Milano Pride" ottiene, per il secondo anno consecutivo, il patrocinio della regione Lombardia. Tre membri su cinque dell'ufficio di presidenza hanno infatti votato a favore: si tratta di Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), Eugenio Casalino (Movimento 5 Stelle) e Sara Valmaggi (Pd). Hanno votato contro il presidente Raffaele Cattaneo (Ncd) e Daniela Maroni (lista Maroni Presidente).

Decisivo quindi il voto del leghista Cecchetti. Mentre il suo capogruppo Massimiliano Romeo afferma che si tratta di una "posizione personale" e che l'opinione della Lega "resta contraria al matrimonio gay e alle adozioni", Cecchetti spiega che "i diritti non si misurano. Se c'è una fetta di società che reclama attenzione, è compito del Legislatore anche ascoltare e poi eventualmente normare quello che il tempo e i costumi hanno modificato e cambiato". 

"Stiamo parlando di un patrocinio gratuito", continua Cecchetti, ricordando che si tratta di "cittadini lombardi come tutti gli altri, per i quali le istituzioni non possono voltare la testa dall'altra parte solo perché esprimono una sessualità diversa". E poi: "Sono il primo contrario alle adozioni per le coppie omosessuali e un convinto sostenitore della famiglia naturale. Questo supporto viene però concretizzato dalla regione con aiuti finanziari, e non certo negando ad altri il sostegno a manifestare per il riconoscimento di alcuni diritti civili, già previsti nella maggioranza delle democrazie europee".

Nei giorni scorsi, un Paese molto cattolico come l'Irlanda ha approvato un referendum popolare per inserire nella Costituzione la possibilità del matrimonio anche tra persone dello stesso sesso. Si tratta - peraltro - della prima volta che questo argomento viene approvato attraverso un referendum. In Irlanda tutti i partiti politici, compreso il centro (Fine Gael) e il centrodestra (Fianna Fail), erano schierati per il sì.

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