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Il Pd si sta lamentando per la scelta dei tre grandi elettori lombardi

Secondo i Dem il consiglio regionale lombardo avrebbe commesso una scorrettezza istituzionale

Il Partito democratico si sta lamentando per la scelta dei delegati dal consiglio regionale lombardo chiamati a eleggere (insieme al parlamento) il prossimo Presidente della Repubblica. Nella giornata di martedì 11 gennaio, infatti, il parlamentino regionale ha nominato i suoi 3 grandi elettori e tra loro non figurano esponenti del Pd: l'assemblea ha scelto due esponenti della Lega (il governatore Fontana e Alessandro Fermi) e come membro della minoranza è stato nominato Dario Violi (M5s) che ha totalizzato 22 voti, 5 in più del collega Dem Fabio Pizzul.

Secondo il Pd sarebbe stata violata la correttezza istituzionale. "Il centrodestra in Lombardia ha calpestato la prassi sempre rispettata nell’elezione dei rappresentanti tra i grandi elettori - ha tuonato in una nota Francesco Boccia, deputato pd e responsabile regioni e enti locali delle segreteria nazionale -. Il rispetto per le istituzioni passa attraverso il rispetto delle regole e delle prassi consolidate. In tutti i consigli regionali sono eletti due rappresentanti per la maggioranza e un rappresentante per l’opposizione e quando non c’è un’indicazione unitaria si elegge il capogruppo del maggior gruppo di opposizione. Aver alterato la scelta delle opposizioni intervenendo con il voto di alcuni componenti della maggioranza è grave e inaccettabile".

"La maggioranza in Regione Lombardia dimostra ancora una volta il disprezzo per la correttezza istituzionale che è sempre alla base della vita - ha proseguito Boccia -. Ne prendiamo atto e difenderemo il diritto del Partito Democratico di avere il corretto numero dei grandi elettori per l’elezione del Presidente della Repubblica. Abbiamo difeso anche il diritto del M5S in altre Regioni. Prendiamo atto che in Regione Lombardia si calpestano regole e prassi".

L'elezione del capo dello Stato: come funziona

Le operazioni per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica inizieranno il 24 gennaio. Il capo dello stato viene eletto dal parlamento insieme seduta comune (camera e senato, quindi 945 tra deputati e senatori). Non solo, in aula ci saranno anche 58 delegati delle regioni; ogni consiglio regionale, infatti, nomina 3 delegati (unica eccezione la Valle d'Aosta che ne nomina uno solo). La presenza degli esponenti regionali serve ad assicurare la presenza diretta dei rappresentanti dei poteri locali.

In totale saranno 1.003 persone chiamate al voto. Nelle prime tre chiamate servirà la maggioranza dei due terzi del parlamento, nei successivi scrutini, invece, basterà la maggioranza assoluta.

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