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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pd-Sel-Idv: verso il "sì" alle primarie. Le vuole Renzi e anche la base

In attesa della decisione di lunedì sera salgono le "quotazioni" a favore delle primarie. Nel weekend la Kustermann ha raccolto le firme, i comitati "premono" per farle. E anche Renzi le vuole

"Rischiamo di giocarci la vittoria". Questo è il pensiero che si percepisce nella palpabile tensione con cui partiti e singoli esponenti di centrosinistra stanno affrontando in questi giorni il tema delle primarie per scegliere il candidato governatore della Lombardia. Primarie che erano state già decise dopo l'iniziale "no" di Umberto Ambrosoli. Ma che, dopo il ripensamento dell'avvocato milanese, qualcuno vorrebbe archiviare.

Primarie sì o no? Questa domanda avrà una risposta nella giornata di lunedì, dopo la direzione delle 18 e gli incontri di vertice. Ma se alla fine della scorsa settimana sembrava prevalere il "no" (tanto da far fare a Giulio Cavalli un duro e convinto intervento a favore), durante il weekend ha preso maggiormente corpo la possibilità che le primarie si facciano.

Primo passo: Alessandra Kustermann ha raccolto più di duemila firme fuori Milano per sostenere la sua candidatura alle primarie. Come a dire: "Io ci sono e le primarie si devono fare perché la gente lo chiede". Secondo passo: Matteo Renzi, che sta lottando quasi ad armi pari per vincere la candidatura a premier del Paese, mentre è a Milano dice che "le primarie, cifra costitutiva del Pd, vanno fatte". Più chiaro di così. Terzo passo: in queste ore soprattutto i comitati (animatori della vittoria elettorale di Pisapia a Milano) hanno lavorato incessantemente per non perdere l'opportunità di una consultazione preventiva per scegliere il candidato governatore. Tra questi Lorenzo Zacchetti, che "nasce" proprio dai comitati e, da presidente della commissione sport di zona 7, vanta un consenso crescente a Milano. A prescindere che poi i membri dei comitati sostengano Ambrosoli o la Kustermann,

Il ragionamento alla base dell'ormai prevedibile sì alle primarie è che, senza questo metodo, il candidato potrebbe non avere quell'intenso appoggio non solo dei comitati stessi, da sempre favorevoli a una partecipazione dal basso, ma anche e soprattutto di quei lombardi che non ne possono più della politica e sono orientati al non voto o al voto a Grillo. Di qui anche il "pressing" su Ambrosoli per convincerlo ad accettare un metodo da cui (se vincente) uscirebbe ancora più forte.

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