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Un anno di Sala: il bilancio del sindaco dagli scali ferroviari ai Navigli

Una diretta Facebook per salutare i cittadini e tracciare un bilancio del primo anno da sindaco di Milano

Il primo bilancio di un anno da sindaco di Milano, Beppe Sala l'ha tracciato attraverso una diretta su Facebook. «Abbiamo cercato di lavorare per trasformare Milano in una città più robusta, solidale e internazionale, con una visione di lungo termine», ha affermato all'inizio dell'intervento. Il sindaco-manager ha citato fin da subito alcuni dati per mostrare la bontà del suo lavoro. La disoccupazione, per esempio, scesa di un punto percentuale in un anno secondo Assolombarda, il maggior numero di abitanti segno di attrattività, la crescita della spesa con carta di credito (+12%) e dell'e-commerce (+17%).

E ancora, il turismo, cresciuto del 14,2% nei primi quattro mesi del 2017. «E' merito anche del grande lavoro effettuato per Expo», ha commentato Sala avvertendo di non volersi comunque auto-elogiare, ma di riconoscere i giusti meriti alle situazioni. Ma non solo: hanno contribuito anche tutte le iniziative speciali appena introdotte (da Photo Week ad Arch Week, da Food Week a Museo City) o ereditate da ieri (le settimane della moda, il Fuori Salone, MiTo, Piano City). 

Sala ha poi ricordato gli investimenti sul welfare (35 milioni nel 2017) e la creazione del bonus bebè (150 euro al mese per i primi dodici mesi) e il bonus tate e badanti, entrambi pensati per famiglie in difficoltà. «Non si fa mai abbastanza, ma non bisogna stancarsi di fare il meglio», ha commentato il sindaco, che non ha taciuto il tema «delicatissimo» dell'integrazione dei migranti: «Sono fiero d'avere guidato la marcia del 20 maggio», ha affermato Sala, ammettendo che si possono avere idee diverse ma occorre riflettere su quanto i "nuovi milanesi" possano realmente aiutare a costruire la città del futuro.

Capitolo sicurezza: Sala ha ricordato i 300 vigili di quartiere che pattuglieranno 27 zone della città a partire da luglio e ha riaffermato che può essere un tema di sinistra: «Non mi sono fatto problemi - ha commentato - nel chiedere i militari». E sulle periferie, ha ricordato lo stanziamento di 350 milioni di euro per cinque macro-zone, ma si è anche tolto un "sassolino": «Negli ultimi venti-trent'anni non sono mai stati effettuati interventi sull'edilizia popolare», ha aggiunto.

Infine le tre chiavi del futuro: urbanistica, verde e mobilità. Inevitabile parlare di scali ferroviari, enormi spazi da recuperare. «Con gli scali,il cui accordo sarà firmato il 22 giugno, aggiungeremo verde pubblico, perché il 65% avrà questa destinazione, e costruiremo ciò che serve: il 30% sarà housing sociale ed edlizia convenzionata, perché dobbiamo dare ai giovani che vogliono venire a vivere a Milano case decenti ed economiche», ha spiegato. Sulla mobilità, Sala ha citato gli ottimi risultati del bike sharing (22 mila prelievi al giorno e la gara per le bici a flusso libero) e del car sharing (13 mila prelievi al giorno), ma anche l'apertura anticipata delle metropolitane, la costruzione della linea 4 e il prolungamento di M1 verso Monza.

Sempre per il futuro, Sala ha toccato l'apertura dei Navigli. «Ci tengo parecchio», ha commentato. Due le opzioni in campo: la riapertura totale oppure di singoli tratti per mettere le basi di quella integrale. «Sceglieremo quale via percorrere, poi la spiegheremo ai cittadini e sentiremo il loro parere», ha spiegato confermando, quindi, l'ipotesi del referendum.

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