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Processo ai Bossi: "Il senatur non sa nemmeno quanto costa il pane"

L'avvocato di Umberto Bossi 'difende' il suo assistito, che risponde di appropriazione indebita: "Non si è mai occupato di questioni economiche"

Si è aperto il processo a carico di Umberto Bossi, dei suoi figli Renzo e Riccardo e dell'ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito. Gli imputati rispondono di appropriazione indebita per spese personali effettuate con i rimborsi elettorali del partito. Il processo è stato rinviato al 9 settembre e la Lega non si è costituita parte civile, pertanto non avrà eventuali risarcimenti. Riccardo Bossi intende chiedere il rito abbreviato condizionato alla testimonianza di Loredana Pizzi, primo cittadino di Lazzate, mentre gli altri tre imputati proseguiranno con il rito ordinario.

L'avvocato di Renzo Bossi, per parte sua, ha puntualizzato che il suo assistito - già consigliere regionale del Carroccio dal 2010 al 2013 - ha già "pagato tutte le spese che gli vengono contestate, multe comprese". 

Quanto al "senatur" Umberto Bossi, il suo legale ha sottolineato che "l'effetto politico devastante" è già arrivato: Bossi è infatti stato sostituito alla segreteria federale del partito prima da Roberto Maroni e poi da Matteo Salvini. Il fondatore della Lega vuole comunque chiarire nel merito, punto per punto, tutto quanto gli viene addebitato. "Non si è mai occupato in vita sua di questioni economiche", ha aggiunto il legale: "Solo politica, politica e politica. Non sa nemmeno quanto costa un chilo di pane e - i primi anni - tutto il suo stipendio di parlamentare andava al partito".

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