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Profughi, Majorino attacca il governo anche dopo le parole di Maroni

L'assessore milanese: "Le parole del governatore non siano un alibi per difendere Alfano"

Nella polemica sui profughi non poteva mancare un intervento di Pierfrancesco Majorino, assessore al welfare del comune di Milano: in pratica colui che realmente è in prima linea sull'accoglienza dei migranti che arrivano nella città di Milano.

Majorino, da molto tempo, è critico verso il governo. L'accusa dell'esponente milanese del Pd, dato anche come possibile candidato a sindaco nel 2016, è che il governo "non fa niente" per fronteggiare l'arrivo dei migranti e soprattutto per distribuirli meglio. Naturalmente le sue parole sono prospettivamente diverse da quelle dei leader leghisti Salvini e Maroni, senonché qualcuno ha notato una "somiglianza" proprio dopo le parole del governatore lombardo Roberto Maroni, che ha "minacciato" i comuni di tagliare i fondi regionali se accoglieranno ancora profughi.

Qualche giorno prima, Majorino aveva annunciato che il comune di Milano avrebbe smesso di accogliere nuovi migranti - salvo bambini e anziani - perché non c'è più posto. Speculare?

"Maroni non sia un alibi per salvare Alfano", dice ora Majorino temendo che le parole del governatore serviranno al Pd e al centrosinistra per "stringersi" attorno al ministro dell'interno, di cui critica comunque la politica. "Il Pd non sta facendo nulla di significativo e la gestione dell'accoglienza a livello nazionale è disastrosa", torna ad affermare Majorino, secondo cui "caserme vuote e inutilizzate e non messe a disposizione, migliaia di persone che se ne vanno dai centri del Mezzogiorno dopo che son state identificate, e non rientrano in nessun sistema nazionale, una lentezza esasperante delle prefetture perfino per banali questioni contrattuali. Per me tutto questo viene prima dei calcoli di parte. O di partito".

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