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Profughi, dietrofront di Maroni: "Non taglio più i fondi ai comuni"

La marcia indietro del governatore durante il presidio davanti alla prefettura di Bergamo

Marcia indietro sui profughi del governatore lombardo Roberto Maroni, in occasione del presidio che il suo partito (la Lega Nord) ha organizzato davanti alla prefettura di Bergamo sabato mattina.

Maroni ha in pratica "ritirato" la sua "minaccia" ai comuni lombardi che accoglieranno ancora profughi e migranti. Aveva annunciato che avrebbe loro tagliato i trasferimenti regionali. "Se accolgono e spendono vuol dire che non hanno bisogno dei nostri fondi", aveva affermato ricevendo critiche da più parti e avviando uno scontro istituzionale con il governo.

"La Costituzione non lo permette, mi è stato fatto notare da più parti", ha affermato ora Maroni: "Premierò allora quei comuni che hanno cittadini in difficoltà. Questo la Carta lo consente. Ma nei comuni leghisti, quelli che in realtà sono clandestini non entreranno mai". Poi, parlando più in generale dei profughi, il governatore ha proposto che l'Onu allestisca campi in nord Africa. "Quand'ero ministro li avevo mandati sul territorio", ha proseguito ricordando la polemica dei giorni scorsi, "ma c'era un'emergenza con 50 mila persone in arrivo. Ora sono 200 mila e questa sinistra cialtrona che vive negli attici con l'aria condizionata li vuole accogliere tutti. Io avevo bloccato le partenze con accordi coi governi di tutto il nord Africa".

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