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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Crisi in Bielorussia: la performance dell'artista di Minsk trapiantato a Milano

In Bielorussia si sono scatenate proteste - inizialmente duramente represse - contro i risultati "farsa" delle elezioni presidenziali

Protesta contro le elezioni-farsa nel suo Paese e solidarietà verso i cittadini che manifestano ormai da dieci giorni. L'artista bielorusso Yaroslav Gamolko, trapiantato a Milano, ha effettuato una performance artistica in piazzetta Brera, davanti all'Accademia in cui lui stesso si è diplomato, e poi anche in piazza del Duomo nel pomeriggio di martedì 18 agosto per sensibilizzare su quanto sta accadendo a Minsk e in altre città della Bielorussia.

Gamolko ha steso uno striscione bianco per terra e poi lo ha "macchiato" di vernice rossa, dopo avere disposto alcune fotografie rappresentative dell'attuale situazione in Bielorussia. La performance si è svolta a Brera, dopodiché tutto il materiale è stato trasportato fino in piazza Duomo.

Le elezioni contestate e le proteste

Dal 4 al 9 agosto in Bielorussia si sono tenute le elezioni presidenziali. I risultati ufficiali dicono che ha vinto il presidente uscente Aleksandr Lukashenko, al potere dal 1994, con l'80% dei voti, contro il 10% alla principale oppositrice, Svetlana Tikhanovskaya, ma i sondaggi pre-elettorali davano per certa la vittoria di quest'ultima, moglie di un blogger che si voleva candidare ma è stato arrestato prima della presentazione dei nomi.

Dal 9 agosto si susseguono proteste in tutto il Paese, che nei primi giorni sono state brutalmente represse dalle forze dell'ordine con arresti e pestaggi indiscriminati, proseguiti anche nei centri di detenzione. Successivamente è stato indetto uno sciopero generale ancora in corso, e domenica 16 agosto centinaia di migliaia di persone hanno manifestato pacificamente a Minsk, e altre decine di migliaia in tante altre città bieolorusse, per chiedere la liberazione di tutti i detenuti, la punizione dei responsabili dei pestaggi e nuove elezioni. Lukashenko ha dovuto "aprire" a questa possibilità ma solo dopo una nuova Costituzione. 

L'Unione Europea ha deciso che comminerà sanzioni mirate contro i responsabili dei pestaggi e degli arresti, mentre il presidente della Russia Vladimir Putin ha promesso sostegno militare a Lukashenko se sarà necessario "in presenza di minacce esterne".

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