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Referendum contro le moschee bocciato dai tecnici in Regione

L'ufficio legislativo contro il referendum proposto dalla Lega: "Incostituzionale"

Doccia fredda per i leghisti al Pirellone. La Lega Nord, che governa la regione Lombardia dal 2013 con Roberto Maroni, si vede "stoppata" dagli uffici su un argomento a lei molto caro: il referendum anti-moschee. Referendum (vincolante) proposto dal partito del Carroccio riguardo all'apertura di nuovi luoghi di culto non cattolici, al fine di ostacolarli.

Il Partito democratico aveva chiesto un parere tecnico all'ufficio legislativo della regione. E l'ufficio legislativo ha bocciato l'idea. Come riferisce Repubblica, lo strumento del referendum comunale è unicamente consultivo, pertanto non può essere vincolante in nessun caso. Inoltre la libertà religiosa è un principio costituzionale da garantire "anche se non vi è il gradimento della maggioranza della popolazione". E per giunta si tratterebbe di un referendum discriminatorio perché previsto solo per i luoghi di culto non cattolici.

Altro punto "caldo" della questione, il fatto che siano i comuni a dover riconoscere il carattere religioso delle confessioni che richiedono il luogo di culto. L'ufficio legislativo ha ravvisato un'incostituzionalità anche su questo punto.

Dalla Lega la reazione è furente: il capogruppo Massimiliano Romeo chiosa che i pareri degli avvocati del Pirellone, a loro volta, non sono vincolanti, ma soprattutto che è la politica a fare le leggi e non i tecnici. Ma all'interno della maggioranza si elevano voci critiche: come dal Nuovo centrodestra, che sottolinea che i dubbi sono stati confermati. Insomma, per il referendum anti moschea la strada è tutta in salita.

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