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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Milano, risultato referendum: in città vince il 'Sì' con il 51%. La Lega milanese: 'Renzi a casa'

Tutti gli aggiornamenti. Affluenza definitiva al 71,72%

"Finalmente i cittadini hanno potuto esprimersi e hanno scelto di dire 'No' ad una pessima riforma costituzionale che ci avrebbe tolto libertà e democrazia, una riforma che voleva solo il Palazzo ma non voleva il popolo, e hanno scelto di rottamare Matteo Renzi, il peggior presidente del Consiglio della storia repubblicana. Diceva il grande Gianfranco Miglio che "con il consenso della gente si può fare di tutto: cambiare il governo, sostituire la bandiera, unirsi a un altro paese, formarne uno nuovo". Noi con il consenso della nostra gente abbiamo affondato una pessima riforma costituzionale che avrebbe tolto democrazia a tutti noi e autonomia alle nostre Regioni, abbiamo mandato a casa Renzi, ma adesso, vinta questa battaglia con il consenso della gente, pensiamo alla prossima", dichiara Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega Nord.

Si sono susseguite, poi, dichiarazioni entusiaste e soddisfatte sul risultato della consultazione da parte di tutti gli esponenti milanesi di centrodestra, da Forza Italia alla Lega Nord. 

La scheda del referendum aveva mostrato il seguente quesito: «Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?».

Al quesito gli elettori avevano risposto mettendo un segno sul "Sì" se erano d’accordo con la riforma, o sul "No" se erano contrari. Non era previsto un quorum: non si richiedeva, cioè, che alla votazione partecipi la maggioranza degli aventi diritto al voto. Il risultato del referendum sarebbe stato quindi valido indipendentemente da quante persone andranno a votare.

La riforma, come spiegato diffusamente in questi mesi, prevedeva il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei senatori (che sarebbero passati da 315 a 100), la revisione del Titolo V della Costituzione e la soppressione del Cnel.

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