Amsa, polemiche in Comune

Mentre - al grido "Milano come Napoli" - i lavoratori di Amsa hanno sparso rifiuti in piazza Scala, dentro palazzo Marino ferveva il dibattito sul futuro della municipalizzata, dopo le notizie secondo cui A2A è in procinto di fondare una nuova società (A2A Ambiente) per la gestione degli impianti di smaltimento e lascerebbe ad Amsa la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade.

Graziano Gorla (Camera del Lavoro) è preoccupato: "E' necessario - afferma - chiarire il piano industriale di Amsa, ma anche gli investimenti che A2A intende fare e quali garanzie la società offre". Secondo il sindacalista, occorre evitare soprattutto le ricadute del piano industriale sui livelli occupazionali. "Rinnovo l'appello a Pisapia di aprire un confronto a 360 gradi sul futuro delle aziende controllate dal comune", conclude.

Dentro Palazzo Marino, come si diceva, la commissione sul tema: Marco Osnato (Fratelli d'Italia) commenta che "il futuro di Amsa, secondo quanto ha affermato Pippo Ranci, è quello di un normale cliente commerciale di A2A. C'è il rischio che i costi esplodano e la beffa risulti ulteriore pensando che il termovalorizzatore di Silla è stato costruito coi soldi dei milanesi stessi". Osnato chiede che il comune - "uno degli azionisti più rilevanti della multiutility - possa e debba avere voce in capitolo".

Non da meno Luca Lepore (Lega), che chiede anche un consiglio comunale straordinario sul tema dell'Amsa. "Maran - afferma Lepore - ha tentato di spiegare che la nuova visione di A2A troverà da parte del Comune la tutela dei lavoratori. Ma chi ha già aumentato la Tarsu ai milanesi lo scorso anno? Chi è il socio di un'azienda per la quale si attiva a formalizzare protocolli, dimenticandosi il ruolo di azionista all'interno di A2A? I soli comuni di Milano e Brescia detengono insieme il 55% delle quote".