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Riforma sanitaria: verso l'accordo tra maggioranza e opposizioni

Primo incontro tra il centrodestra da una parte e Pd, Patto Civico e 5 Stelle dall'altra: la maggioranza accoglie molti dei suggerimenti proposti

La riforma sanitaria della regione Lombardia procede con il tentativo di trovare una intesa tra la giunta regionale di Roberto Maroni e le opposizioni (da una parte Pd e Patto Civico, dall'altra Movimento 5 Stelle). Opposizioni che hanno presentato quasi 25 mila documenti, tra emendamenti e soprattutto ordini del giorno. Accantonate, per ora, le "frizioni" interne alla maggioranza di centrodestra, che verranno affrontate (ma Maroni è molto fiducioso che si trovi poi la "quadra") dopo l'accordo con le opposizioni.

Le opposizioni hanno presentato undici richieste. Maroni, dopo il primo incontro, ha commentato che ci sono approfondimenti da fare e che l'unico vero "no" della maggioranza è sulla Ats unica (Agenzia di tutela della salute). Per il governatore sarà possibile "chiudere la legge entro il 31 luglio". Il prossimo passo è un tavolo di lavoro fissato per martedì 28 luglio, per poi arrivare all'aula. Tra le richieste delle opposizioni su cui la giunta Maroni lavorerà in questi giorni ci sono la stabilizzazione dei precari, la revisione del sistema di nomina dei direttori generali, la progressività dei ticket con esenzione fino a 30 mila euro di reddito, il "superticket" non in base al valore della prestazione ma in base al reddito.

Sulla rimodulazione dei ticket in base al reddito, in particolare, i relatori Fabio Rizzi (Lega Nord) e Angelo Capelli (Ncd) hanno dato "piena condivisione". Così come sui poteri del futuro assessorato al welfare, che quindi non gestirà (come chiesto dalle opposizioni) il volontariato e le pari opportunità. Adesione della maggioranza anche alla richiesta di potenziare le prenotazioni online di visite ed esami.

Uno degli obiettivi della riforma è quello di istituire una agenzia indipendente che effettui controlli sul servizio sanitario in regione.

I gruppi di opposizione, dopo l'incontro, sono comunque più cauti di Maroni e parlano di "strada in salita" per tradurre le parole d'intesa nel provvedimento legislativo. E sottolineano che "la distanza col centrodestra resta alta" dato il rifiuto dell'Ats unica.

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