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Come esce la Lega (male) dalle elezioni milanesi

Il partito di Salvini non esce soddisfatto dall'esito elettorale nel Milanese e in Lombardia. Pesante la sconfitta di Lodi, ma in generale i rapporti di forza interni al centrodestra s'indeboliscono in favore di Fratelli d'Italia e, in qualche caso, di Forza Italia

Ci sarà subbuglio nel centrodestra dopo le elezioni comunali del 12 giugno, in attesa dei ballottaggi? Probabilmente sì, sia a livello nazionale (dove le schermaglie sono già iniziate tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini) sia in Lombardia, dove nel 2023 si vota per la regione. Al momento è ricandidato Attilio Fontana alla presidenza, ma non si tratta ancora di una ricandidatura blindata. Sia perché la procura di Milano ha presentato ricorso contro il suo proscioglimento nella vicenda dei camici, sia soprattutto perché i rapporti di forza non danno ragione alla Lega.

Disfatta centrodestra a Lodi e San Donato

A Sesto San Giovanni e a Monza, settima e terza città della Lombardia, i due candidati di centrodestra Roberto Di Stefano (Lega, ex Forza Italia) e Dario Allevi (Forza Italia, ex Alleanza Nazionale) sfumano la riconferma al primo turno e affronteranno il ballottaggio, con tutte le insidie del caso, anche se partono in vantaggio. A Lodi la sindaca uscente leghista Sara Casanova è stata letteralmente 'asfaltata' al primo turno dal 25enne Andrea Furegato. A San Donato Milanese, invece, il centrodestra non riesce nemmeno ad arrivare al ballottaggio: il candidato di Fratelli d'Italia Guido Massera finisce infatti terzo, dietro Gianfranco Ginelli (centrosinistra, amministrazione uscente ma con un altro sindaco) e il civico Francesco Squeri, tra l'altro fratello del deputato di Forza Italia Luca Squeri. Più prevedibile il risultato di Crema, con centrosinistra in vantaggio verso il ballottaggio.

La Lega e gli alleati

A Monza, Forza Italia riesce a consolidarsi come primo partito di coalizione, con oltre il 16% dei voti, lasciando alla Lega un insoddisfacente 8%. Rapporti invertiti a Sesto, con la Lega al 6% e Forza Italia al 3%, ma qui è andata molto forte (29%) la lista civica associata al candidato sindaco. A San Donato, invece, è Fratelli d'Italia a svettare nel centrodestra con il 15%, il doppio dei voti andati alla Lega. Fino all'anno scorso il partito di Matteo Salvini poteva vantare un dominio all'interno della coalizione che, ora, è più volte messo in dubbio. Non solo dal 'rivale nazionale', che ormai è Fratelli d'Italia, ma anche da Forza Italia, che in più d'un caso si è 'risvegliata'. Si è detto di Monza e citiamo anche Melegnano, dove Vito Bellomo torna sindaco grazie anche al 17% di Fi. E la Lega è terza in coalizione in diverse città: per esempio nella brutta sconfitta subita da Manuel Imberti a Buccinasco contro l'uscente Rino Pruiti (che sfiora il 60%), ma anche ad Abbiategrasso dove il sindaco uscente di centrodestra Cesare Nai se la vedrà al ballottaggio col centrosinistra. Ma, ovviamente, ci sono anche casi di trionfi leghisti: come a Garbagnate, dove la Lega ottiene quasi il 16% distanziando nettamente gli alleati, o Senago, dove sfiora il 22%.

Centrosinistra, 5 Stelle e centristi

Il centrosinistra, dal suo canto, oltre a vantare i trionfi di Lodi e Buccinasco e ad incassare la prevedibile sconfitta a Melzo (escluso dal ballottaggio in favore del sindaco uscente civico Antonio Fusè e del centrodestra), fa i conti con l'alleanza a macchia di leopardo con il Movimento 5 Stelle, mai forte alle elezioni comunali ma, stavolta, quasi scomparso. Un'alleanza, come si sa, vista come fumo negli occhi dai centristi guidati oggi da Carlo Calenda. In realtà, in Lombardia, la coalizione centrista non è brillante dove riesce a canddidarsi 'terza', per esempio a Sesto San Giovanni con Massimiliano Rosignoli fermo sotto il 3% (non entrerà quindi in consiglio comunale), ma altrove in Italia i risultati sono stati eccellenti: Fabrizio Ferrandelli a Palermo ha preso la metà dei voti del candidato di centrosinistra, Americo Di Benedetto all'Aquila è arrivato addirittura secondo sconfiggendo la (più nota) deputata del Pd Stefania Pezzopane. 

La rincorsa per conquistare il Pirellone sarà più che mai determinata dalle intenzioni del Pd di inglobare i 5 Stelle in coalizione rischiando di perdere i calendiani o viceversa. Sempre che non si trovi un candidato in grado di parlare a tutti, e di farsi apprezzare da tutti. 

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