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Maroni è tornato in campo: guiderà la lotta al caporalato

L'ex governatore della Lombardia è stato messo a capo di una squadra formata dal governo. "C'è molto da fare"

È tornato in campo Roberto Maroni, ex governatore della Lombardia ed ex ministro dell'interno. L'esponente della Lega presiederà la Consulta per l’attuazione del Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato sottoscritto il 14 luglio scorso. Bobo Maroni ha "preso servizio" nella giornata di mercoledì 20 ottobre; l'insediamento è avvenuto al Viminale alla presenza del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, e del presidente del Consiglio nazionale di Anci, Enzo Bianco.

È il primo incarico pubblico dopo il suo addio alla Regione (avvenuto nel 2018); nei mesi scorsi Maroni aveva rinunciato alla candidatura a sindaco di Varese per alcuni problemi di salute.

"Abbiamo costituito questo organismo perché ci sia un contrasto e una azione più forte proprio per evitare gli episodi che purtroppo più volte noi abbiamo visto sui territori soprattuto al Sud - ha dichiarato il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, durante la seduta -. Ringraziamo di cuore il presidente della Consulta, Roberto Maroni, che ci ha dato il grande onore di accogliere la nostra richiesta. Una richiesta che abbiamo fatto convintamente con i ministri Orlando e Patuanelli e il presidente Bianco come Anci, in virtù della sua grande esperienza".

"La Consulta potrà certamente operare e agevolare un virtuoso raccordo tra le amministrazioni centrali e quelle territoriali - ha proseguito Lamorgese -. Ecco anche l'importanza dell'Anci. I sindaci, i comuni sono chiamati quotidianamente a gestire le ricadute del caporalato sul territorio, e anche le prefetture hanno un ruolo importantissimo in termini di sicurezza".

"C'è molto da fare, gli sfruttatori sono sempre in agguato - ha aggiunto Maroni -. Ed è per questo che io condivido la strategia contenuta nel protocollo che si articola in diverse iniziative molto concrete, quali ad esempio la mappatura del territorio nazionale finalizzata all'acquisizione di dati e informazioni utili alla definizione dei fabbisogni dei Comuni e alla conseguente programmazione e realizzazione, nei rispettivi territori, degli interventi di prevenzione di ogni forma di sfruttamento lavorativo, in primo luogo di quello organizzato dalle consorterie criminali".

"Poi, molto importante per ottenere risultati concreti - ha proseguito l'ex ministro - fare squadra attraverso il coinvolgimento dei prefetti e dei sindaci, delle associazioni della società civile e delle organizzazioni rappresentative delle imprese agricole e dei lavoratori. C'è molto da fare e gli spunti sono tanti".

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