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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Idv: "Dimissioni di massa per sciogliere il consiglio regionale"

Reazioni all'indagine sull'assessore R. La Russa. Si allarga il fronte che chiede immediate dimissioni. Rifondazione: "Stavolta Formigoni non taccia, l'indagine tocca un membro della giunta"

Proprio domenica i tre consiglieri regionali dell'Italia dei valori, Stefano Zamponi, Gabriele Sola e Francesco Patitucci, hanno presentato alla segreteria regionale del loro partito le proprie dimissioni dall'assemblea regionale. "Dieci indagati su ottanta, un vero record", hanno commentato: "Riusciremo a trovare altri 38 colleghi onesti disposti a dimettersi per sciogliere automaticamente il consiglio e tornare alle urne?"

E Giuseppe Valditara, coordinatore lombardo di Fli, ha commentato così l'indagine a carico di Romano La Russa: "Ormai un avviso di garanzia alla settimana, siamo tornati al 1992. Non ci sono altre parole, la posizione della giunta Formigoni è ormai insostenibile, occorrono le dimissioni immediate".

Dimissioni chieste anche da Rifondazione. Il segretario regionale Ugo Boghetta afferma: "Ulteriore dimostrazione che Pdl e Lega hanno effettuato una spartizione sistematica di affari, tangenti, clientelismo. Varie cricche, famiglie e partiti s'intrecciano e si spartiscono il bottino, cioè i servizi tenuti in vita con le tasse salatamente pagate dai cittadini, lavoratori e pensionati. Questa ennesima inchiesta che tocca la stessa giunta non può finire come quelle precedenti, in cui Formigoni ha fatto la parte della scimmia che non vede. Ora deve parlare e deve dimettersi".

Stessa richiesta da Roberto Cornelli, segretario cittadino del Pd: "Per Formigoni è scattato l'allarme rosso. Il voto anticipato ora è imprescindibile, è in gioco la credibilità stessa della regione, sotto pressione da troppo tempo per le indagini che ormai investono troppe persone e filoni con il tema dominante della corruzione".

REAZIONE: ROMANO LA RUSSA

"Ho appreso delle indagini a mio carico perché Luca Ruffino, membro del coordinamento regionale del Pdl, mi avrebbe aiutato sobbarcandosi il costo di qualche mio manifesto per un totale di meno di 5mila euro divisi in due campagne elettorali, una delle quali a Vercelli dov'ero candidato 'di servizio'. Verificherò se è stato commesso qualche errore tecnico da parte mia o del mio committente elettorale, ma è evidente che tutto si ridurrebbe a non aver scritto, nell'apposita dichiarazione, il modestissimo contributo elettorale".

"Dopo 40 anni di militanza politica improntata alla legalità e alla correttezza - prosegue La Russa - provo amarezza nell'essere indagato solo per un eventuale errore burocratico. Potrei anche essere fiero che non si trovi nulla di meglio che qualche manifesto per agiungere il mio nome all'inchiesta, ma capisco che è più facile deformare i fatti e ottenere un effetto mediatico volutamente amplificato".

La Russa conclude di essere comunque "pronto a fornire alla magistratura ogni chiarimento".

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