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Cacciata la "strega" sindacalista, si salva al 90esimo il Trota

"Epurata" dal partito la vicepresidente del Senato: ha rifiutato di fare un passo indietro. Ovvia espulsione di Belsito. Qualche mugugno per Renzo Bossi: nessun provvedimento per lui

La vicepresidente del senato, Rosi Mauro (chi è), è stata espulsa dalla Lega Nord. Lo ha decretato il consiglio federale del Carroccio, riunitosi nel tardo pomeriggio di giovedì 12 aprile in via Bellerio. 

Rosi Mauro, la sindacalista della Lega © Tm News/Infophoto

La sua non era un'espulsione scontata. Nella nota diramata dal Consiglio federale, infatti, si spiega che "è stato poi chiesto alla senatricre rosi Mauro dal presidente federale, Umberto Bossi, dai triumviri e da tutti i componenti, di rassegnare le proprie dimissioni dall'incarico di vicepresidente del Senato".

IL CULT: ROSI MAURO IMPAZZISCE IN SENATO

"Rosi Mauro - prosegue lo scritto - ha però respinto tale richiesta: dopo aver nuovamente rinnovato all'unanimità la suddetta richiesta di dimissioni dalla vicepresidenza del Senato, dopo una lunga discussione, la senatrice Mauro ha ribadito di non voler accettare l'invito, come aveva già pubblicamente dichiarato nei giorni scorsi. A questo punto - prosegue la nota - preso atto della decisione della senatrice Mauro, il Consiglio Federale all'unanimità ha decretato l'espulsione dal movimento della stessa senatrice Mauro, ritenendo inaccettabile la sua scelta di non obbedire ad un preciso ordine impartito dal Presidente Federale e dal Consiglio Federale".

La Mauro ha parlato di un'"epurazione già scritta". "Ma non mi sento tradita da Bossi", ha detto in un'intervista. 

L'altra epurazione "ovvia" è stata quella di Francesco Belsito: ex tesoriere della Lega, è indagato per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazioni indebite per la gestione dei rimborsi elettorali del partito.

Sorprende, forse, nelle oltre tre ore di riunione, che non sia stato preso nessun provvedimento disciplinare (o almeno analizzata la sua posizione) per Renzo Bossi, figlio di Umberto. Cosa, si vocifera, che abbia fatto alterare il segretario in pectore Roberto Maroni. 

 

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