Ruby Ter, il caso spacchettato in sette diversi tribunali

Il processo Ruby Ter è stato spacchettato in sette diverse sedi giudiziarie. Lo ha deciso Laura Marchiondelli, gup di Milano, durante l'udienza preliminare del processo che vede come imputato principale Silvio Berlusconi, accusato di avere pagato alcuni testimoni del processo cosiddetto Ruby affinché fornissero una versione edulcorata dei fatti. 

A Milano resta imputato Berlusconi insieme ad altre ventitré persone, comprese quelle accusate solo di falsa testimonianza. Si sposta a Roma l'imputazione a carico del cantautore Mariano Apicella, a Monza delle showgirl Elisa Toti e Aris Espinosa, a Pescara della showgirl Miriam Loddo, a Treviso dell'ex Grande Fratello Giovanna Rigato, a Siena del pianista Danilo Mariani e a Torino della soubrette Roberta Bonasia.

Di conseguenza i magistrati delle altre sei sedi giudiziarie dovranno riformulare la chiusura delle indagini. L'avvocato di Berlusconi, Franco Coppi, ha scherzato: "Ci sono tanti giovani praticanti che trotteranno in tutta Italia". I pm avevano invece chiesto che tutto rimanesse a Milano.

E il pm Tiziana Siciliano ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per gli imputati "rimasti" a Milano, tra cui l'ex premier, che - ricordiamo - è stato assolto in Cassazione dalle accuse di concussione e prostituzione minorile per il "caso Ruby", ovvero l'allora 17enne Karima El Mahroug, che frequentava la villa di Arcore insieme alle altre ragazze soprannominate "olgettine" (perché molte di loro vivevano nel residence di via Olgettina a Milano) e che una notte venne fermata dalla polizia con l'accusa di furto: in quella occasione Berlusconi telefonò al capo di gabinetto della questura milanese e fece andare a prendere Karima dall'allora consigliera regionale Nicole Minetti.

Per l'accusa, Berlusconi avrebbe versato in tutto oltre dieci milioni di euro per "comprare" il silenzio delle ragazze al processo principale.