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Casa in Svizzera non dichiarata, Beppe Sala “assolto”: “Se arriverà una multa la pagherò”

Il gip ha deciso di archiviare la posizione del sindaco per la mancata dichiarazione sulla casa

Nessun processo, nessuna condanna. 

Il gip Laura Marchiondelli ha decido di archiviare l’indagine che la procura aveva aperto nell’aprile 2016 a carico del sindaco di Milano, Beppe Sala, con l’accusa di falso ideologico perché, nell’autocertificazione per il decreto trasparenza firmata nel febbraio 2015 come commissario Expo, aveva omesso di riportare la dichiarazione sulle proprietà mobiliari e immobiliari all’estero. 

Proprio tra quelle proprietà risultava l’ormai famosissima casa in Svizzera, in Engadina, oltre alle quote azionarie di due società. 

A chiedere l’archiviazione era già stata la procura, con il Gip che ha poi accolto questa linea. Lo stesso giudice, però, ha rimandato gli atti alla prefettura, che potrà decidere in autonomia se sanzionare il primo cittadino di Milano con una multa per l’omessa comunicazione della situazione patrimoniale di un amministratore pubblico, ruolo che Sala ricopriva già all’epoca essendo commissario Expo. 

Il sindaco, fin dalla nascita dell’inchiesta, aveva spiegato che si era trattato di una "semplice dimenticanza", precisando che l'omessa comunicazione di quei beni nulla aveva a che fare con la dichiarazione al Fisco, visto che le tasse risultavano pagate. 

E adesso, ad archiviazione ottenuta, si è mostrato tranquillo e ha giurato: “Se arriverà la multa, la pagherò”. 

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