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Crisi nel Pd

Il monito di Sala al Pd: "Oltre al nuovo segretario pensiamo ai diritti"

Un lungo post sui social del sindaco di Milano, secondo cui il Partito democratico si appresta a cambiare il segretario per la nona volta in quindici anni ma dovrebbe anche ricominciare a rappresentare davvero i suoi elettori

Sostituire il segretario? Non basta, occorre affrontare le "vere urgenze" che i cittadini "sentono di più rispetto alla corsa a candidarsi" a guidare il Partito democratico. Suona come un 'avvertimento' al Pd l'ultimo post su Instagram di Beppe Sala, sindaco di Milano, spesso indicato per ruoli più importanti e nazionali. Un 'avvertimento' per modo di dire, perché il Pd resta per lui il partito che non soltanto ha dichiarato di aver votato alle elezioni del 25 settembre, ma anche in passato alle precedenti elezioni politiche. Però, appena dopo le elezioni (e dopo quel 19% di consensi, giudicato insoddisfacente e insufficiente), si è aperto un dibattito spontaneo sul nome del nuovo segretario, ma anche su come recuperare un rapporto di fiducia con gli elettori. E, in questo dibattito, era naturale che s'inserisse il sindaco della città in cui il Pd ha tenuto molto più che altrove: primo partito in tutti i Municipi, in centro e in periferia.

E allora vediamo le posizioni del sindaco di Milano. Che, ovviamente, sono sempre ascoltate e saranno a loro volta dibattute. Non basta, in primis, sostituire il segretario, perché "c'è un problema ed è più profondo, e ci sono delle urgenze vere", come accennavamo sopra. Sala fa notare che, tra pochi mesi, il Pd avra "la nona segreteria in quindici anni, con una progressione che può insidiare il turnover di allenatori della mia Inter: quattordici in quindici anni". Aggiunge, il sindaco, che, nel centrodestra, dal 1994 Berlusconi è il leader di Forza Italia, dal 2013 Salvini è il leader della Lega e dal 2014 Meloni è la leader di Fratelli d'Italia. Sottintendendo che non sempre il punto è il segretario, per vincere le elezioni.

La prima urgenza, sentita dai cittadini, è "la situazione socio-economica del paese", che "continua ad essere molto critica". Ma Sala intende concentrarsi su un altro punto. Ovvero il fatto che, tre giorni dopo le elezioni, i dirigenti di Fdi, primo partito italiano, "oltre alla volontà di cambiare la Costituzione perché sarebbe troppo vecchia, vanno subito sulla Legge 194, che garantisce il diritto all'aborto". Duro il monito del sindaco meneghino: "Sappiamo bene cosa significa toccare quella legge. C'è un'intera visione del mondo dietro questa ambizione. Ecco: non è la mia visione".

La conseguenza? Il Pd dovrebbe tornare, in modo credibile, a "lottare per difendere le ragioni di tutti coloro che riteniamo di rappresentare". Altrimenti, "se non saremo in grado di farlo, cercheranno altri rappresentanti, veri o presunti tali". E, per Sala, questo va fatto "subito, da oggi". Al di là di "parlare di segreterie e congressi".

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