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Sauditi alla Scala, Sala al leghista: «Lo denuncio». La replica: «Sapeva tutto»

Esplode la polemica sul caso dei sauditi nel cda del Teatro alla Scala, il cui ingresso è definitivamente "saltato". Il sindaco ha promesso di querelare il leghista Morelli

Per ora è solo un annuncio, ma clamoroso: il sindaco di Milano Beppe Sala è pronto a querelare il deputato leghista (e capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino) Alessandro Morelli per gli attacchi sulla questione dell'ingresso (sfumato) dell'Arabia Saudita nel consiglio d'amministrazione del Teatro alla Scala. Cda di cui Sala, in quanto sindaco, è presidente di diritto. 

La polemica politica di Morelli non era stata delle più tenere. Il deputato aveva affermato tra l'altro che «il supermanager Sala ha giocato sporco con gli interessi della città per avere un proprio ritorno d'immagine, accettando una mancetta ridicola (15 milioni di euro in tre anni, n.d.r.) mettendo a repentaglio il lustro del nostro teatro». La Lega si era ufficialmente schierata (non solo con Morelli ma anche con il leader Matteo Salvini e il presidente della Regione Attilio Fontana) contro il finanziamento saudita in cambio dell'ingresso in cda del principe Badr, ministro della Cultura a Ryad. 

«Beccato con le mani nella marmellata»

Ma la polemica era proseguita dopo la riunione del consiglio d'amministrazione del 18 marzo, durante la quale Sala ha chiesto (e ottenuto) che l'accordo coi sauditi saltasse e che venisse restituito il primo bonifico di "anticipo" da 3,1 milioni di euro in quanto non corrisposto seguendo le regole dovute per le donazioni. Una mossa che Morelli ha giudicato un «escamotage» con cui il sindaco ha rimediato al fatto che «lo abbiamo beccato con le mani nella marmellata».

La replica di Sala è durissima: «Tutto deve avere un limite. Da oggi l'onorevole Morelli risponderà di queste falsità nelle sedi competenti», ha scritto il sindaco sulla sua pagina Facebook. «I social network sempre di più sono utilizzati da molti politici, come Morelli, per manipolare l’opinione pubblica e attaccare maldestramente raccontando bugie. Per questo ho dato mandato ai miei legali di procedere con la querela».

Pronta la controreplica di Morelli. «Dall'inizio del 2019, tra l’aumento del biglietto Atm, gli incidenti sulla metro, Aria B, Scala e Venezuela, il sindaco ha infilato una serie di strafalcioni, per cui qualunque campagna elettorale nelle piazze è diventata impossibile da sostenere, per lui e per il Pd», afferma il capogruppo e deputato leghista che non ritira le sue parole e specifica: «Accade sul caso Scala, di cui (il sindaco, n.d.r.) era a perfetta conoscenza ma sul quale ha cercato di porre il totale silenzio per non far esplodere le polemiche che, come puntualmente avvenuto, erano prevedibili».

Morelli conclude promettendo che chiederà i verbali degli ultimi consigli d'amministrazione della Scala «per motivare l'attività del presidente Beppe Sala». E si schiera con Morelli il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino Fabrizio De Pasquale, secondo cui pure l'argomento Scala è stato trattato in modo esagerato: «Andava esaminato come qualsiasi altra opportunità di sviluppo internazionale». Ma, sulla querela di Sala, nessun dubbio: «Se pretende di essere trattato sui social con la stessa deferenza con cui lo trattano alcuni grandi giornali, (il sindaco) vive fuori dal mondo».

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