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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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E Ignazio La Russa "difende" il saluto romano

L'ex ministro è il legale di Roberta Capotosti, ex consigliera provinciale indagata per avere fatto il saluto romano a una commemorazione.

Ignazio La Russa difende il "rito" del saluto romano, negando sia necessariamente di stampo fascista: lo fa in veste di avvocato, da difensore di Roberta Capotosti, ex consigliera provinciale di Fratelli d'Italia (lo stesso partito di La Russa) e nel frattempo approdata al movimento "Sovranità", accusata - con altri - di avere fatto il saluto romano durante la commemorazione di Sergio Ramelli nel 2014. Per la Capotosti - che non ha chiesto il rito abbreviato - è stato chiesto dal pm il rinvio a giudizio, con decisione il 10 giugno da parte del gup.

"Il rito del presente è di origine militare - scrive La Russa nel memoriale difensivo - e la sua paternità di certo non appartiene al regime fascista". Viene infatti, secondo il ragionamento dell'ex ministro della difesa, usato in varie cerimonie di commemorazione dei caduti.

E in particolare, la Capotosti avrebbe "sollevato il braccio in sintonia con la parola "presente" nella stessa maniera con cui viene alzato dai militari durante la cerimonia del giuramento, che mai nessuno ha ipotizzato come apologia del fascismo". Tutto ruota dunque sul contesto. Col "presente" va bene, mentre va meno bene quando il saluto romano è effettuato "in contesti e ambiti" in cui è evidente "la volontaria ostentazione di simboli e gesti del disciolto partito fascista", vietata dalla Legge Scelba.

Ancora, La Russa ricorda la visita di papa Francesco al sacrario dei Caduti a Redipuglia: "Si è potuta vedere anche in tv - scrive l'ex ministro - la scritta presente su ognuno dei gradoni del sacrario". 

Il gesto di Roberta Capotosti, dunque, per il suo avvocato non ha rilevanza penale ma solo quella di offrire un "doveroso tributo alla memoria".

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