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Salvini contro i centri sociali: "Li chiudiamo, hanno la stessa utilità dei campi rom"

L'attacco durante il comizio a Pavia dopo la contro-manifestazione al canto Bella Ciao

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, martedì sera, è stato duramente contestato a Pavia da un "contro corteo" di circa 500 persone, che hanno sfilato al canto di Bella Ciao.

La manifestazione era autorizzata. A Pavia si sono viste due piazze: quella della contestazione al ministro ma anche quella opposta, di sostenitori leghisti. Il Carroccio ha portato in piazza circa 4 mila persone. In città, il 26 maggio 2019, non si vota soltanto per le elezioni europee ma anche per le comunali: il candidato di centrodestra è Fabrizio Fracassi, quella di centrosinistra Ilaria Cristiani.

Di fronte alla contro-manifestazione, Salvini ha usato parole durissime durante il comizio finale, promettendo di chiudere i centri sociali, dei quali ha detto che "la loro utilità sociale è pari a quella dei campi rom". Tutto un altro Salvini rispetto a quello che, negli anni '90, difendeva il Leoncavallo a Milano.

All'epoca Salvini era un giovane consigliere comunale leghista. Il suo sindaco, Marco Formentini, aveva ingaggiato una dura battaglia contro il centro sociale più famoso d'Italia, sgomberandolo dalla sede storica del quartiere Casoretto. 

C'è Salvini: la questura revoca autorizzazione ai gazebo di opposizione

Nei giorni scorsi un altro "giallo" pavese. Alle organizzazioni politiche di centrosinistra che avevano chiesto (e ottenuto) in questura l'autorizzazione per banchetti propagandistici in vista delle comunali, la stessa questura aveva poi comunicato di non poter più confermare l'autorizzazione in vista del corteo di sostenitori di Salvini.

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