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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Il figlio 15enne della Lucarelli contesta Salvini: poliziotti gli chiedono i documenti

Il ragazzo aveva definito «razzista e omofobo» il «governo» di Salvini durante un comizio del leader della Lega a Milano

«Volevo ringraziarla per il suo governo omofobo e razzista». Queste parole, pronunciate direttamente all'indirizzo del leader della Lega Matteo Salvini, domenica in piazza Portello a Milano, sono costate a un ragazzo di quindici anni l'identificazione da parte della polizia, presente sul posto. Il leader leghista, ex ministro dell'Interno nel primo governo Conte, si era recato al gazebo allestito dal suo partito per la campagna tesseramento.

Il giovanissimo è Leon, il figlio della giornalista Selvaggia Lucarelli. Dopo avere espresso la sua opinione su Salvini direttamente davanti all'interessato (che gli ha risposto «sì, e anche un po' fascista. Ti voglio bene»), è andato vicino alla madre, che era sul posto per documentare l'iniziativa politica. Ma la polizia gli ha chiesto un documento d'identità. Una reazione che ha stupito molto l'adolescente: «E' ridicolo che uno non possa andare lì a dire la propria opinione, non c'è libertà d'espressione», ha poi commentato il 15enne. 

Dal suo canto, la Lucarelli ha difeso suo figlio, rimarcando l'assenza di un «confronto aggressivo» tra lui e Salvini e aggiungendo che un politico che decide di andare in piazza si confronta con i tutti i cittadini. Del figlio Leon ha detto di avere «apprezzato quello che ha fatto e non per i contenuti espressi (non sapevo cosa gli avrebbe detto, che comunque condivido), ma per il coraggio con cui ha provato a confrontarsi con Salvini, in mezzo a cento persone, alcune delle quali ostili e rumorose», e di avere già precise convinzioni politiche che manifesta anche all'interno della sua scuola. Convinzioni, ha spiegato la Lucarelli, «sviluppate in modo indipendente, con la foga e anche le ingenuità di un 15enne che magari dice "governo" anziché "partito"».

Identificazione del ragazzo? «Squallida»

Dopodiché la giornalista ha definito «squallido» l'atteggiamento «bulletto e strafottente» di Salvini che ha fatto «finta di non ascoltare» e poi anche che i poliziotti abbiano deciso di identificare il ragazzo, oltretutto affrontando la Lucarelli (che stava filmando) dicendole di non poter riprendere la scna («ho continuato a farlo», ha precisato la giornalista). Leon, tra l'altro, non aveva i documenti con sé (la famiglia era scesa al bar sotto casa per la colazione e si è imbattuta nel comizio di Salvini), pertanto è stato «costretto a dire nome e cognome in pubblico». Per la Lucarelli si è trattato di un tentativo di «intimidazione» ma, a suo dire, non si è affatto intimorito. 

Ed infine una "stoccata" sulla mascherina, ancora obbligatoria in Lombardia all'aperto. Prima ancora del confronto tra Leon e Salvini, la Lucarelli si era rivolta al leader della Lega chiedendogli perché non la indossasse. E lui aveva replicato di essersela tolta per parlare alla gente. «Ringrazio la pagina ufficiale della Lega per avere pubblicato la foto di Leon, 15 anni, con la mascherina. Chissà che Salvini, vedendo che riesce a farlo pure un adolescente, non impari a mettersela», ha concluso la giornalista.

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