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"Salvini, sei vicino a piazzale Loreto": è polemica per il cartello

E' stato esposto durante il presidio in San Babila per protestare contro il "vertice sovranista" tra Salvini e Orban

E' fortissima la polemica sulla manifestazione di piazza San Babila che si è tenuta il 28 agosto per protestare contro l'incontro tra Matteo Salvini, vice presidente del consiglio italiano, e Viktor Orban, presidente del consiglio ungherese. Un cartello, in particolare, ha fatto arrabbiare moltissimo il leghista: "Salvini sei sulla linea rossa. Tra quattro fermate c'è piazzale Loreto". Un chiarissimo riferimento all'esposizione, a testa in giù, di Benito Mussolini e di altri esponenti del fascismo nel piazzale a poche fermate di metropolitana da San Babila.

"Europa", l'opera d'arte in San Babila

"Chiedo pubblicamente a Boldrini, Boschi, Renzi e compagni vari di condannare questo gesto vigliacco, che mi dipinge come un nazista augurandomi la morte", ha scritto Salvini su Facebook in risposta. Per tutta la giornata del 29, in realtà, il cartello (che non era passato inosservato) era stato condannato da diversi esponenti della Lega, a partire dal presidente della Regione Attilio Fontana, e del centrodestra. 

Protesta contro l'incontro Salvini Orban (Foto M.M.)

Alessandro Morelli, capogruppo della Lega a Palazzo Marino e deputato, ha invece puntato l'indice contro il gesto di alcuni attivisti che hanno imbrattato la sede del consolato ungherese a Milano, in zona Missori: "Ai componenti del consolato e ai cittadini ungheresi assicuriamo che la nostra è una grande città, accogliente e aperta", ha scritto Morelli in una nota.

"Perché il prefetto ha dato i locali istituzionali a Salvini e Orban"?

Il comitato Memoria Antifascista preferisce invece parlare del luogo di quello che è stato definito "vertice sovranista": la prefettura di Milano, che come è noto è sede distaccata del governo e alle dirette dipendenze del Ministero dell'Interno, il cui titolare è proprio Salvini. "Denunciamo e non comprendiamo - si legge in una nota - l'atteggiamento del prefetto Luciana Lamorgese, che per l'occasione ha concesso i locali della prefettura per un incontro che non era stato annunciato come una visita di Stato, bensì una riunione tra due esponenti di partito. Perciò chiediamo al prefetto il motivo per cui è stata utilizzato un palazzo del Governo, quando incontri del genere devono essere fatti in una sede di partito o in un luogo pubblico non istituzionale".

Sala: "Felice della manifestazione"

La manifestazione è stata 'osservata' da lontano dal sindaco Beppe Sala, fuori città per le ferie. "L'incontro di Salvini con Orban a Milano è figlio di una volontà provocatoria. Fare patti con un illiberale e vittimista di professione significa negare quei valori sui quali la nostra democrazia, pur fragile, è costruita", ha commentato il sindaco: "Milano ha risposto fermamente con il suo no a chi vuole trasformare l'Europa in un feudo murato verso il resto del mondo. Sono molto felice per la manifestazione, per la quale non ho meriti, e ringrazio organizzatori e partecipanti". 

+Europa: "Basta soldi dell'Ue a Orban"

Non solo protesta, nella giornata del 28 agosto, ma anche alcune proposte, in particolare dagli esponenti milanesi di +Europa. Che, prima di essere presenti anche loro in San Babila, in mattinata hanno organizzato un presidio autonomo davanti alla sede milanese del Parlamento e della Commissione Europea in corso Magenta. "Se il governo italiano propone di sospendere i nostri finanziamenti all'Ue, noi chiediamo che la Ue sospenda i finanziamenti a Orban, che lui usa per violare i diritti dei cittadini ungheresi", ha affermato l'ex parlamentare europeo Marco Cappato, aggiungendo: "Noi non manifestiamo contro Salvini, ma a favore dei diritti di tutti gli europei".

"Nell'Europa che vogliamo, gli Stati membri devono essere vincolati al rispetto di standard minimi", ha aggiunto il consigliere regionale Michele Usuelli. "Milano ha dimostrato di essere città dell'accoglienza, ora deve essere l'alternativa politica all'opposizione che contrappone odio all'odio", ha concluso Barbara Bonvicini, segretaria dell'Associazione Enzo Tortora.

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