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Voto segreto

"Savoini via dal Corecom, è legato alla Russia di Putin"

Approvata con voto segreto una mozione per chiedere il suo allontanamento dall'organismo di controllo delle comunicazioni in Lombardia

Gianluca Savoini deve dimettersi dalla vice presidenza del Corecom Lombardia, l'organismo regionale che ha il compito di garantire il rispetto delle norme in materia di comunicazione e di vigilare sulla libertà di informazione. E' stata approvata martedì, con voto segreto, una mozione in consiglio regionale per chiedere proprio questo, presentata da Michele Usuelli di +Europa/Radicali con le firme dei capigruppo del Pd Fabio Pizzul, dei Lombardi civici europeisti Elisabetta Strada e di Azione Niccolò Carretta. Già nel 2019, Usuelli aveva chiesto formalmente le dimissioni di Savoini, ma in quell'occasione la mozione era stata respinta. Questa volta, con lo sfondo della guerra in Ucraina, le cose sono andate diversamente.

La mozione è stata approvata con 34 voti a favore e 32 contro. Savoini era 'sotto accusa' per i suoi strettissimi legami con il Cremlino. E' tuttora un importante membro dell'associazione Lombardia-Russia, sostenitrice della politica di Putin e proprietaria, a quanto pare, di un canale Telegram in cui vengono diffuse fake-news sulla guerra in Ucraina. Ma Savoini è anche il protagonista del famoso incontro all'hotel Metropol di Mosca, durante il quale sarebbe stata contrattata (secondo indagini della magistratura) una compravendita di materie prime col presunto scopo di finanziare la Lega. Tuttavia la mozione non menzionava questo aspetto.

Voto segreto

"Ringrazio i colleghi di maggioranza che, tutelati dal voto segreto, hanno espresso un voto a favore della libertà di stampa e di espressione, tutelando innanzitutto la loro libertà di voto da eletti", il commento di Usuelli: "Il consiglio regionale della Lombardia non ritiene opportuno che al vertice dell’organismo deputato a garantire la correttezza dell’informazione in Lombardia, sieda un ammiratore incondizionato del regime di Putin, estensore di leggi sempre più repressive nei confronti della libertà di stampa, come l’ultima approvata il 4 marzo scorso dalla Duma che condanna con fino a quindici anni di carcere i giornalisti che fanno luce sull’operazione militare in Ucraina".

Borse di studio a giornalisti russi in fuga

"Alcuni consiglieri, nel corso della discussione, hanno cercato di intorbidire le acque parlando di una mozione giustizialista", aggiunge Usuelli, "ma il testo non contiene alcun riferimento a inchieste giudiziarie o ipotesi di colpevolezza; Savoini è semplicemente, per le posizioni che da sempre esprime, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. Gli auguriamo di poter sempre continuare liberamente ad esprimere le sue convinzioni, ma non da vicepresidente del Corecom. Trovo particolarmente importante che il Consiglio abbia accolto anche le richieste di tutela nei confronti dei giornalisti in fuga dalla Russia, prevedendo anche l’emanazione di borse di studio ad essi dedicate".

"Parte della destra ancorata a Putin"

A favore della mozione hanno votato anche i consiglieri del Movimento 5 Stelle, che non erano tra i presentatori. "Il centrodestra ha voltato le spalle alla Lega e parte della Lega ha voltato le spalle a Salvini e al suo cerchio magico", il commento del consigliere pentastellato Dario Violi. E Niccolò Carretta di Azione ha commentato che il punto dedicato al ruolo di Savoini nel Corecom "ha spaccato la maggioranza, anche se resta l’amarezza di aver visto platealmente la riluttanza di una parte della destra, che, nonostante tutto quello che stiamo vedendo, resta ancorata a pseudo rapporti politici con la Russia di Putin".

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