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Formigoni-Scola, intercettazioni: "Non mi ha mai difeso"

Parole dure anche per la moglie di Simone, che aveva scritto una lettera al Corriere: "Quella la si deve abbattere"

L'ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, nei giorni 'caldi' dell'inchiesta che lo vede coinvolto per il caso Daccò, al telefono con la sorella si lamentava anche del comportamento del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano.

Nel brogliaccio delle intercettazioni telefoniche - secondo quanto scrive oggi La Repubblica - gli uomini della sezione della Polizia giudiziaria, trascrivono le lamentele di Formigoni con la sorella dopo le dichiarazioni pubbliche di Scola che alla domanda se il governatore lombardo è un buon cristiano aveva risposto "chiedetelo a lui".

"Formigoni - scrivono gli uomini della Pg in riferimento alla telefonata con la sorella - si lamenta che il cardinale ha pensato solo a se stesso. Formigoni dice che lui gli amici li ha sempre difesi e cita la difesa fatta di Antonio Simone. Poi i due si lamentano che il cardinale in pubblico prenda le distanze da Cl. Formigoni continua a lamentarsi che altri amici non l'abbiano difeso". 

Tra l'altro in un passaggio della telefonata con la sorella, sempre in riferimento agli interventi di Scola, Formigoni dice di cercare magari "degli amici cardinali che non dicano troppe str...". Duri anche i giudizi su Carla Vites, moglie di Antonio Simone, arrestato, che aveva scritto una lettera al Corriere e si era fatta intervistare da Gad Lerner: "Quella lì o la si ferma - aveva detto al telefono Formigoni - o la si abbatte, non é che ci siano alternative, eh".

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