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Scritta antisemita a Mondovì, Sala espone cartello su porta di casa sua: «Antifa hier»

La solidarietà del sindaco di Milano per il gravissimo atto di Mondovì, dove la porta di casa di una partigiana è stata imbrattata con una scritta antisemita

«Qui vivo io». Così Beppe Sala, sindaco di Milano, su Instagram ha postato la fotografia della porta della sua abitazione dopo avervi affisso il cartello "Antifa hier", "qui vive un antifascista". 

Il primo cittadino di Milano ha compiuto il gesto in segno di solidarietà per quello che è avvenuto nella città di Mondovì, in provincia di Cuneo, dove la casa di una partigiana è stata imbrattata con una scritta antisemita nella notte tra giovedì 23 e venerdì 24 febbraio. In particolare, ignoti hanno tracciato la scritta "Juden hier", "qui vive un ebreo", e disegnato la stella di David, esattamente come facevano i nazisti per identificare le abitazioni degli ebrei.

Scritta antisemita a Mondovì, chi era Lidia Rolfi

In quella casa di Mondovì vive ora Aldo Beccaria, figlio della partigiana Lidia Rolfi, staffetta nel 1943 col nome di "maestrina Rossana", arrestata nel 1944 e deportata nel campo di concentramento di Ravensbruck dove rimase fino al mese di maggio del 1945. Rientrata in Italia, la Rolfi riprese l'insegnamento e collaborò con l'Istituto Storico della Resistenza a Cuneo. Scrisse tre libri, uno dei quali postumo. Il primo, del 1978, "Le donne di Ravensbruck", con la firma anche di Anna Maria Bruzzone, è la prima testimonianza in lingua italiana della detenzione femminile nei campi di concentramento nazisti.

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