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"Schiaffo" a Maroni dal consiglio regionale: «Decidiamo noi cosa scrivere sul Pirellone»

Approvata con voto segreto una mozione 5 Stelle: poi il Patto Civico ritira la sua, quasi uguale. Sancito il principio che le scritte sul Pirellone (sede del consiglio regionale) le decide il consiglio e non la giunta

Il consiglio regionale si "riappropria" del Pirellone, sua sede. Motivo del contendere, la famosa scritta "Family Day" apparsa il 23 gennaio per decisione della giunta di Roberto Maroni, che ha destato moltissime polemiche. Il consiglio regionale, nella seduta del 2 febbraio, doveva discutere due mozioni molto simili, una del Movimento 5 Stelle e una del Patto Civico, che in sostanza chiedevano che - d'ora in poi - fosse il consiglio regionale, e non la giunta, a stabilire se e quali scritte potranno apparire tenendo accese le luci "selezionate" di alcuni uffici.

Se in buona parte, infatti, il dibattito si era concentrato nel merito della scritta, si è anche dibattuto se fosse opportuno che la giunta decidesse quali scritte far apparire sulla facciata del Pirellone. Da una parte chi sottolineava che la giunta, in quanto rappresentante della regione, è proprietaria dell'edificio. Dall'altra chi evidenziava che gli uffici della giunta sono localizzati a Palazzo Lombardia, mentre nel Pirellone vi sono quelli del consiglio, compresi quelli delle opposizioni.

Scrivilo sul Pirellone

La mozione dei 5 Stelle è stata approvata con voto segreto. 38 i sì, 31 i no. A quel punto il Patto Civico ha ritirato la sua, che conteneva anche un più preciso riferimento all'episodio del Family Day ma, concretamente, "puntava" allo stesso obiettivo, ormai raggiunto. I 5 Stelle chiedono una specifica legge regionale che garantisca «la piena disponibilità» di Palazzo Pirelli all'ufficio di presidenza del consiglio regionale e che, nel frattempo, la giunta concordi con l'ufficio di presidenza «qualsiasi iniziativa pubblica» che coinvolga il Pirellone (strutture ed uffici).

«Oggi l’aula, in un rigurgito di dignità, ha sonoramente censurato lo sfregio che nei giorni scorsi il presidente Maroni ha inferto a questa assemblea illuminando la facciata a favore del Family Day», ha dichiarato soddisfatto Umberto Ambrosoli, consigliere regionale del Patto Civico: «Del resto, non trovo nel codice civile né tantomeno nei regolamenti regionali o nello statuto una norma che permetta al padrone di casa la prepotenza di accendere e spegnere le luci o abbassare le tapparelle o appendere cartelloni, nel suo esclusivo interesse, alle finestre dell’inquilino».

Nella mozione del Patto Civico si sottolineava anche il fatto che «l'utilizzo di Palazzo Pirelli a favore di una manifestazione di una sola parte compromette l'imparzialità dell'ente».

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