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Sabato, 23 Settembre 2023
Il dopo Sala

Si parla già del dopo Sala. Il sindaco: "Presto per fare nomi"

L'invito a riflettere sul successore era arrivato da Silvia Roggiani, candidata a dirigere il Pd lombardo

Presto per parlare di successore, ma giusto avviare una riflessione. Così, in sintesi, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha parlato della questione lunedì, a margine del forum italo-saudita che si è svolto in città, dopo l'invito a ragionare sul prossimo candidato sindaco di centrosinistra arrivato da Silvia Roggiani, deputata e segretaria uscente del Partito democratico a Milano (nonché candidata allo stesso ruolo interno per tutta la Lombardia).

Video: le dichiarazioni di Sala

Il secondo mandato di Sala scadrà nel 2026, subito dopo le Olimpiadi invernali Milano-Cortina. L'ex manager di Expo, scelto nel 2016 come successore di Giuliano Pisapia, non potrà più ricandidarsi. E, dopo 15 anni di governo di centrosinistra nel capoluogo lombardo, la coalizione (si vedrà, tra l'altro, esattamente con quale compagine) dovrà trovare un altro nome. Un'operazione che dovrebbe risultare più semplice di quella accaduta nel centrodestra per il 2021, quando vennero proposte numerose personalità, ma ci si trovò incagliati tra rifiuti, ritardi e veti.

"È ancora ovviamente molto presto, ma è chiaro che io senta la responsabilità di aiutare", ha commentato Sala lunedì mattina: "Certamente è parte del mio orgoglio di avere fatto il sindaco, l'aver promosso una successione forte. Credo che una riflessione si debba fare, tenendo conto delle forze politiche in campo e quelle che sono le possibilità che arrivano dalla società civile, ma veramente è ancora un po' presto".

Effettivamente, tre anni sono tanti per avanzare nomi: chiunque venisse proposto ora, risulterebbe con ogni probabilità 'bruciato' dal tempo che scorrerà, perché nel mondo politico potrebbero succedere vari avvenimenti imprevedibili: variazioni nei sondaggi, alleanze che si stringono o si rompono, nomi nuovi che potrebbero emergere e (nel frattempo) appuntamenti elettorali come le elezioni europee del 2024, per non dire di eventuali elezioni politiche anticipate (che non si possono mai escludere).

5 Stelle, terzo polo, Verdi: le incognite

Tre i punti che, oggi, sicuramente non possono essere previsti da qui al 2026. Il primo: che cosa farà e dove si collocherà il Movimento 5 Stelle. La nuova impostazione di Elly Schlein, segretaria del Pd, vuole un dialogo più stretto, che si è concretizzato ad esempio già alle elezioni regionali del 2022 (con Pierfrancesco Majorino candidato presidente della Lombardia per il centrosinistra e i pentastellati). Il posizionamento del cosiddetto 'terzo polo' (secondo punto) non è indifferente a questo: Azione, Italia viva e anche +Europa hanno rifiutato l'alleanza con Majorino proprio per la presenza dei 5 Stelle, ma l'anno precedente avevano sostenuto Sala eleggendo anche consiglieri comunali a Palazzo Marino, e nella giunta Sala siede l'assessora Alessia Cappello (attività produttive) di Italia Viva. E, terzo punto, che cosa farà la parte di coalizione a sinistra del Pd? Pur essendo i Verdi presenti in giunta (con Elena Grandi, all'ambiente), il movimento ecologista contesta molto spesso Sala. Ci sarà la tentazione di andare da soli, o magari di promuovere un proprio candidato sindaco che dia una impronta nettamente 'green' a tutto il centrosinistra milanese?

Da capire anche chi potrebbe emergere tra gli assessori della giunta Sala: non di rado il successore di un sindaco viene 'pescato' proprio tra i suoi collaboratori. Potrebbe essere 'l'eterna vice sindaca' Anna Scavuzzo? Oppure l'emergente Emmanuel Conte, che Sala stima molto, tanto da avergli affidato la delicata delega del bilancio? O un altro 'eterno enfant prodige', quel Pierfrancesco Maran che il Pd non ha voluto candidare alle elezioni politiche nel 2022, e che ora ha in mano la delega alla casa e al piano quartieri, considerata strategica dallo stesso Sala? Presto, appunto, per dirlo.

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