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Tagli agli ex consiglieri, in Regione in arrivo "pioggia di ricorsi"

E' diventato legge il taglio medio del 10% degli assegni, con innalzamento da 60 a 66 anni dell'eta' per poterlo riscuotere

Cancellato il diritto al vitalizio tre anni fa per i consiglieri in carica e quelli futuri, ora la Regione Lombardia ha deciso di chiedere un sacrificio (per ora fino a fine 2018, causa crisi economica) agli ex membri del Consiglio, per i quali ogni anno vengono sborsati 7,4 milioni.

E che sono gia' pronti a presentare ricorsi a pioggia contro una decisione che ritengono "sbagliata". E' infatti diventato legge il taglio medio del 10% degli assegni, con innalzamento da 60 a 66 anni dell'eta' per poterlo riscuotere, negoziato in un lungo confronto in un tavolo a cui hanno preso parte, per mesi, i rappresentanti di tutti i gruppi consiliari.

Una maggioranza trasversale ha dato il via libera in serata al Pirellone, con alcune eccezioni pero'. L'astensione gia' attesa del Movimento 5 Stelle, che avrebbe voluto un intervento piu' drastico con il passaggio al sistema contributivo ma che ha rivendicato il merito di aver spinto a questo "primo passo".

E la non partecipazione al voto, questa si' una sorpresa, di Ncd, che avrebbe preferito "una settimana, dieci giorni in piu' di discussione - parole del capogruppo Luca Del Gobbo - per trovare una soluzione equilibrata anche con gli ex consiglieri: non siamo contrari a tagliare ma non vorremmo che quello che andiamo oggi a tagliare sia vanificato dai ricorsi".

Questi ultimi sono stati del resto ampiamente annunciati dall'associazione che li riunisce e che, guidata dal presidente Luigi Corbani, la scorsa settimana davanti alla commissione Affari Istituzionali ha stimato di poter "vincere al 99,9%" di fronte ai giudici, invocando il rispetto di "un'indennita' differita nel tempo e non una pensione" e chiedendo che i sacrifici li facciano i consiglieri in carica. Per di piu' e' anche probabile un ricorso sulla norma che intende trattenere in Regione gli oltre 500.000 euro di risparmi annui senza girarli a Roma come prevede una norma nazionale sui risparmi politici.

Posizione che comunque non ha fatto recedere la gran parte dei consiglieri, che in Aula hanno anche introdotto il divieto di cumulo fra il vitalizio e uno stipendio da parte di un ente pubblico. "Ancora una volta arriviamo prima dello Stato e di altre Regioni", e' il commento del relatore Stefano Bruno Galli (Lista Maroni). Il capogruppo del Pd, Enrico Brambilla, ha anche espresso "rammarico" per il voto dei 5 Stelle e per l'assenza di Ncd, stigmatizzata praticamente da tutti i gruppi.

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