Tangenti sanità, Maroni: «Contro Fabio Rizzi prove schiaccianti»
Totale distanza del governatore leghista della Lombardia contro il suo compagno di partito arrestato per tangenti
Roberto Maroni, governatore della Lombardia, "scarica" completamente il suo fedelissimo Fabio Rizzi, ex senatore e ora consigliere regionale leghista, arrestato per associazione a delinquere e corruzione in merito all'outsourcing dei servizi odontoiatri. L'esponente del Carroccio è accusato di avere intascato "mazzette" per garantire la vittoria ai bandi a una imprenditrice sua amica, Maria Paola Canegrati.
«Ho letto gli atti dell'inchiesta e ci sono prove schiaccianti», ha detto Maroni: «Ci sono, sì, magistrati politicizzati, ma in questo caso mi pare che abbiano fatto egregiamente il loro lavoro». In serata, a Porta a Porta, il governatore ha aggiunto che Rizzi era «una delle dieci persone di cui mi fidavo di più» e che chi sbaglia, «fosse anche il mio migliore amico, deve essere preso a calci». Nel frattempo è stata depositata la mozione di sfiducia al governatore da parte di Pd e Patto Civico, che richiama alle responsabilità politiche di Maroni.
Il presidente della Lombardia, soltanto pochi mesi fa, all'arresto del suo vice (e assessore alla sanità) Mario Mantovani, aveva puntualizzato che non si trattava di corruzione e che «di tangenti nella sanità lombarda non ce ne sono». Ora la dimostrazione contraria, seecondo lui stesso, che come detto parla di «prove schiaccianti».
Rizzi, intanto, ha sostenuto l'interrogatorio di garanzia e, stando al suo legale, non ha fatto ammissioni anche se ha parlato a lungo e ha precisato diversi aspetti di ciò che gli viene contestato. Il suo avvocato ha chiesto i domiciliari.